Martedi 15 Ottobre h.21 |
Serata con ospite: Roberto Strano
Il Fotoreportage, il lavoro del fotogiornalista, dall'attentato alla Tunisia al porto La Golulette, al Brasile.
Roberto Strano, E’ esposto alla permanente museo di Modena Franco Fontana fra i più accreditati autori internazionali come Bragalia, Man Ray, Cartier-Bresson, Capa, Sander, Ghirri, Toscani, Scianna,Franco fontana, Fontcuberta, Hamilton, Doisneau, Berengo Gardin, Giacomelli, Avedon. Fotografo professionista, vive e lavora a Caltagirone, spostandosi in Italia e all’estero. Si dedica alla fotografia di reportage con particolare attenzione alla fotografia sociale. E’ docente in diversi corsi di fotografia di reportage in Italia e all'estero.
Dagli anni ’90 ha svolto un intensa attività di ricerca per la quale ha ottenuto diversi riconoscimenti anche internazionali . Tra cui Il Premio Canon Giovani Fotografi, Premio europeo Human Work, Premio Gazebo D'oro Premio allo spettacolo e alla comunicazione Dal 15 Giugno all' 8 settembre 2013 è stato selezionato tra i dieci più importanti fotografi italiani accompagnando la mostra di Francesco Zizola "Uno sguardo inadeguato" al Centro Italiano Della Fotografia d' Autore a Bibbiena Le sue principali mostre sono state esposte in Germania, Spagna, Romania, Bulgaria, Arabia Saudita,Italia
Le
sue opere appartengono a diversi collezionisti privati, e musei,
inoltre alcune testate giornalistiche ed importanti ditte attingono foto
dal suo archivio personale. Principali Pubblicazione: Zoom, Photo, Summa, Avvenire, Nuovo Fotonotiziario, Gente di Fotografia, Arte, Elegance, Fotoit; Foto Reflex, Sicilia e Donna, Riflessioni Centro Italiano della Fotografia D' Autore Bibbiena etc. Nel gennaio 2007 pubblica il libro “Guardami Dentro” con le prefazioni di Ferdinando Scianna e Pippo Pappalardo (Polyorama Edizioni). Roberto Strano, con pacata semplicità e senza iperboli da reporter d’assalto, ci racconta di un mondo in cui il disagio sociale è una costante e dove il soggetto umano si inserisce, quasi in punta di piedi, in questo universo di povertà. Roberto non regala nulla alle mode attuali di un’eccessiva estetizzazione del dolore, ma al contrario con molta delicatezza ci fa conoscere un mondo di sofferenza senza peraltro colpire con violenza i nostri sentimenti, ma al contrario le persone sembrano come lievemente appoggiate sul loro disagio, senza peraltro esternare dolore o sofferenza in maniera cruda. Anzi tante volte costoro si offrono con un sorriso, quasi a esorcizzare la loro condizione umana. I toni del suo bianco e nero, secchi e senza indugiare in sofismi tecnici, penetrano profondamente nel nostro animo e ci regalano significative suggestioni interiori. Molto misurato anche il ricorso al mosso, che non impedisce mai di riconoscere l’espressione del volto, regalandoci sempre un sorriso. I reportage di Roberto rientrano sicuramente nella categoria del reportage sociale e denotano sempre una grande attenzione dell’autore per il rispetto e la profonda considerazione verso i suoi soggetti, con i quali intrattiene costantemente un dialogo profondo e ricco di affetto nei loro confronti. Volendo entrare nel paragone con i grandi maestri, sicuramente il suo sentire la fotografia lo avvicina molto a Salgado, dal quale riprende la profonda umanità e, in parte, la tecnica di ripresa. Nel suo modo di fare reportage, si avverte anche una preparazione non comune, uno studio delle realtà in cui si cala e dalla quale attinge immagini dal vigore eccezionale, che sa trasmettere direttamente al nostro cuore, sempre in punta di piedi e senza mai ferirci. |
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