U iancu e U niuru |
Cari amici nell'augurarvi a tutti un sereno Natale e buon Anno Nuovocondivido con Voi quanto ho scritto per la presentazione del nostro primo libro fotografico!!!
«Siate affamati, siate folli…non abbiate paura di seguire il cuore» (Steve Jobs) smentita, che la libertà di pensiero e azione, la capacità di mettere strutture ed esperienza a disposizione di chiunque le desiderasse, ci ha permesso di essere un contenitore dell’innovazione come del tradizionale, e di essere un gruppo di grande apertura verso i vari modi di vivere ed interpretare l’Arte Fotografica. Alcuni dei soci ACAF hanno trovato la propria strada professionale, altri hanno imparato a vedere il mondo con occhi da fotografo, altri ancora hanno ricevuto calorosi sorrisi e altri, infine, non si sono ritrovati; ma consenso e dissenso fanno parte del vivere sociale e l’ACAF sicuramente non si sottrae ai due giudizi. Io come tanti dei miei compagni siamo certi di aver dato il massimo in questi anni e, di aver donato gran parte delle nostre capacità intellettuali e fisiche affinché i desideri di crescita del gruppo fossero raggiunti. “Ascoltare e nutrirsi” di esperienze fotografiche altrui ci ha permesso di arrivare fino a questo punto; guardando ai grandi fotografi e alla fotografia prettamente siciliana, di cui ci sentiamo traduttori, tanti di noi hanno raggiunto un’evoluzione artistica e un desiderio mai sopito di esplorare “fotograficamente” la realtà. Il contributo di freschezza di visione e genuinità di idee, poi, portate dagli ultimi arrivati, dal principiante al corsista, hanno regalato a questa associazione uno scambio di idee ed opinioni che è stato essenziale per analizzare i mutamenti della società e capire i nuovi linguaggi espressivi dei giovani. Agganciandomi ancora alle parole di Steve Jobs “non potete sperare di unire i puntini guardando avanti, potete farlo solo guardandovi alle spalle: dovete quindi avere fiducia che, nel futuro, i puntini che ora vi paiono senza senso possano in qualche modo unirsi nel futuro”. Abbiamo portato la Fotografia da un chiuso ed elitario gruppo sino alla dimensione-città e alla sua gente, coinvolgendola nelle nostre manifestazioni di carattere fotografico. Abbiamo unito professionisti e fotoamatori, due mondi a cui piaceva ritenersi distanti ma che, all’ACAF, si sono incontrati in virtù della comune passione per la fotografia; abbiamo dato coraggio e formazione a giovani promesse, supplendo talvolta alle carenze del sistema; abbiamo, per quanto possibile nel nostro settore, dato uno scossone all’economia locale e, infine, abbiamo trovato conforto e aiuto in quelle poche figure istituzionali e nei piccoli imprenditori che si sono distinti dalla comune cecità e a cui, oggi, sento di dire grazie di cuore a nome dell’ACAF. Questo libro, arricchito dal contributo di grandi nomi della Fotografia Siciliana, rappresenta un’operazione di conservazione della memoria di un pezzo di storia contemporanea che, lontana dalla pretesa di voler affrontare in modo esaustivo, o turistico, l’argomento su Catania, grazie al contributo dei soci ACAF, illustri fotograficamente il legame tra noi, cittadini osservatori, e la città. Variegati volti di una città interpretati da
quei soci che dopo 25 anni, e spero per altri 25, continuano e continueranno ad avere quella “ fame” di cui |
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