"Appunti di viaggio" di Rino Perna
Il presente è un estratto degli “Appunti di Viaggio” del suo viaggio in
camper effettuato in Turchia nel 2009.
Turkiye 2009
C’è un’abitudine antica, tutta Occidentale, di declinare un vecchio
adagio quando si parla di Turchia: “Mamma li Turchi!”; …
…Invece, quel viaggio mi suggerì che, forse, sarebbe stato più corretto
dire tutto il contrario.
Infatti, il viandante che si avventuri per quelle contrade, avvertirà
immediatamente che tutto quello che gli avranno insegnato sino ad allora
non corrisponde, e neppure si avvicina, in alcun modo alla realtà.
…Nulla di tutto ciò che avete sentito dire circa il concetto di
gentilezza, accoglienza, tratto, e disponibilità ha senso se non vi
siete mai accostati a quella gente.
…Mai, peraltro, abbiamo constatato una cura ed attenzione maggiore verso
le ricchezze dell’archeologia…
Portano alla luce una città, un tempio, una colonna, una fonte: le
vestigia del passato più lontano e glorioso; ebbene; hai la sensazione
di vedere all’opera tante amorevoli levatrici nel momento in cui portano
alla luce un bimbo.
Nessuna spocchia, nessuna televisione, nessun trionfalismo; solo
rispetto mistico; religioso rigore; attento e silenzioso lavoro di
precisione, atto a restituirti le strade acciottolate, le colonne, le
mura, le case, i peristili, della “tua” civiltà; e sì; perché quel ben
di Dio che giorno dopo giorno, instancabili, portano alla luce, era
opera di Alessandro il Macedone; di Re Mida, degli Imperatori Romani,
dei Re di Grecia, degli Imperatori Persiani, degli Ittiti e quant’altri.
…Ti troverai a chiedere informazioni ad un guardiano di capre, mentre le
sue bestie si abbeverano ad una fontana Ittita casualmente posta nel
recinto dei suoi stazzi; e ti accorgerai che, quasi ipnotizzato, lo stai
seguendo su sentieri per i quali solo le sue capre e il suo asinello
mostrano che si stanno divertendo, mentre il tuo camper, inclinato più
della Torre di Pisa, sobbalza imprecando; oppure non ti renderai conto
di come può essere accaduto che la sua casa sia sorta appoggiata alle
mura dell’antico rudere! E poi scoprirai che tutto il villaggio è un mix
di casupole di mattoni “sfusi” che prima di allora facevano parte di
vestigia monumentali Greche o Romaniche! E, ancora meglio, che persino
le mura delle antiche costruzioni sono inserite nella nuova,
costituendone mura portanti!
E te lo diranno con modestia, con rispetto, con ammirazione, felici del
fatto che tu ti sia recato fin lì per chiedere loro di mostrartele.
Ho potuto riposare di notte, da solo, nel cuore delle loro valli
splendide, pulitissime, profumate di pini e di fiori, solitarie, senza
avvertire mai alcun senso di insicurezza, accanto alle loro cascate,
praticamente sotto le stelle.
Ho ricevuto – ricambiando – un saluto continuo da parte di tutti;
contadini che trebbiavano con gli aratri di legno, o che mietevano
l’erba, o che abbeveravano gli animali; operai, semplici viandanti a
piedi, a cavallo, in camion, in autobus o in pick up; soldati,
commercianti, gente comune, che mi sorrideva davanti alla propria casa…
…Mi sono inerpicato con il mio camper per strade e dirupi dove passavano
solamente le capre e qualche trattore.
Mi sono spinto sin nella parte di quella terra dove non esistono strade,
se non mulattiere, incontrando nello spazio di una giornata tante
macchine quante le dita di una mano; ho costeggiato i confini con
l’Iran, con la Georgia, con l’Armenia; ho incrociato i carri armati, i
nidi di mitragliatrici; ho dormito tra i Kurdi raccogliendo la loro
ammirazione per l’Italia, …
Ho trascorso tre mesi “sorvolando” a volo d’angelo luoghi in cui il
comune denominatore era il Mito: le falde del Monte Ararat, il castello
del Diavolo, il Castello delle Mille e una Notte, Troja, la Laguna Blu, i
fuochi sprigionati dalla terra, la tomba di re Mida, la Valle Frigia,
la terra degli Ittiti, Gordio, gli Harem, l’armatura del Saladino, la
Valle delle Bambole, le Città sotterranee, la Valle delle Rose,
Pamukkale, i Camini delle Fate …!
Il mito più autentico e puro, mi si è presentato come un fatto tattile,
concreto; il sogno del tappeto volante, era davanti ai miei occhi,
reale; e per nulla al mondo avrei voluto staccarmene, perché
testimonianza concreta dell’Isola che non c’è...
Rino
Perna
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