La Magia della Psichegrafia |
di Licia Castoro Prendo spunto dall’ultima mostra a cui ho assistito, realizzata dal nostro socio ACAF Maurizio Martena Malfa e tenutasi a Lentini presso i locali messi a disposizione dall’Associazione fotografica “I Lestrigoni” di Lentini.Prendo spunto da questo evento per rendervi partecipi di una riflessione iniziata tra me e me: è stata una serata come tante altre (per noi avvezzi a questo genere di eventi), con foto, discussioni, confronti; ma non è stato così per chi non è abituato a vedere al di fuori dei limiti imposti dall’ovvietà che ci circonda. Ho visto gli occhi di una persona anziana trasformarsi negli occhi di un bambino che, con quella curiosità ingenua, sanno rendere tutto più affascinante e nuovo. Dalle foto si è passati così a stati emozionali che lasciano ben poco spazio alle parole. Si è trattato di una trasformazione e/o metamorfosi realizzata attraverso ciò che noi comunemente chiamiamo “Fotografia” e che potremmo propriamente riformulare in “psiche grafia” nel senso attribuito dagli antichi greci di anima e respiro vitale. Cosa c’entra tutto questo con il mio discorso è presto detto. Attraverso un tale evento si può creare questa magia? Chi può creare questa magia? Come si può creare questa magia? La risposta a tutte queste domande l’ho trovata proprio sabato sera alla suddetta mostra. Ho visto due circoli unirsi in nome dell’arte; ho visto una passione che ha coinvolto anche, e soprattutto, i non addetti ai lavori. Tutto questo è stato possibile, è possibile, potrà essere possibile, mi sono detta. Ovviamente non sto scoprendo nulla di nuovo! Sempre più spesso però assisto ad esempi di egocentrico disfattismo che allontanano l’arte dalla fotografia o viceversa. Assisto impassibile a forme di schiavitù maniacale che non possiamo più chiamare fotografia; si tratta a mio avviso di leggera ossessione nel mostrare, nel far vedere ciò che in fondo già sappiamo, e in mezzo a questi enormi testi, lunghi e noiosi, spunta tra una riga e l’altra qualcosa che invece ci colpisce, ci lascia di stucco e ci fa pensare e sognare. Non possiamo allora paragonare un circolo fotografico ad un foglio? È proprio come un foglio che il circolo lascia tutti liberi di scrivere una frase, di lasciare il proprio tratto; ma allo stesso modo permette di far scorgere sotto le righe qualcosa di nuovo che sconvolge l’anima di tutti noi. L’associazione ci porta, così, ad esaminare e trovare ciò che per noi è il punctum. Come un foglio, ci permette di leggere attraverso di essa: è un mezzo, uno strumento necessario. Si può leggere un testo tralasciando gli spazi bianchi? Si può quindi, mi chiedo io, strappare un foglio sul quale anche noi abbiamo scritto solo per cancellare le scritte altrui? No, non si può. Per questo penso che ben vengano associazioni, come la nostra, come i Lestrigoni, come molte altre nel nostro territorio, e non solo, che, con le proprie fotografie, riescono a compiere questi piccoli momenti di magia che scrivono sulla nostra anima e la portano via. |
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