Mi perdonerete, ma sento che
Bill Viola possa essere ancora capace di regalarci spunti importanti di approfondimento, legati al riflesso, ed ad una poetica che riconosco vicina ai miei pensieri sul "silenzio", sui "suoni" ed alla ricerca dell'"invisibile"…
...E di invisibile infatti si tratta!
Per
Bill Viola al centro dell'immagine esiste il vuoto ed il vuoto è invisibile. Viola fa notare come il mondo che ci circonda sia di fatto pieno di invisibile. Se ci riflettiamo la fotografia stessa cattura costantemente l'invisibile; un istante dopo ciò che è impressionato non esiste più!
Sentimenti, presente, passato, memoria, identità, internet, DNA... la luce stessa è invisibile! Tra tutte le
"cose" invisibili, il
tempo è ritenuto da Viola la più affascinate…
A suo dire, ed a ragione, oggi abbiamo la fortuna di avere strumenti tecnologici capaci di catturare l'invisibile: fotocamere e videocamere segnano una svolta epocale… abbiamo i mezzi per scoprire territori inesplorati, possiamo ancora scoprire nuovi mondi!
A tal riguardo invito chi lo fosse interessato a vedere
"Not tripctics",
"5 Angels for the Millenium" ed
"Acceptance" tre opere davvero di grande spessore, da apprezzare soprattutto dopo aver conosciuto gli aspetti basilari dell'estetica di
Bill Viola… cosa che ritengo, seppur superficialmente, dovremmo ormai essere in grado di saper maneggiare.
Le opere di Viola costruiscono un intreccio a maglie larghe tra il visibile e ciò che lo trascende. In
"the Passing" ad esempio tale circostanza è assolutaente chiara nelle riprese della mamma morente... Duro, crudo, ma profondo e collegato al divenire del mondo ed alla nascita della vita (riprese della nascita del figlio).
Riporto di seguito una perfetta sintesi di
Sandra Lischi (tratta da
"Bill Viola Works" ) in cui credo venga racchiusa l'intera estetica dell'autore.
"Acqua, terra , fuoco, il vento, lo scatenarsi della natura. Il dolore, la nascita che si specchia nell'agonia: passaggio. Viola narra la potente avventura delll'essere al mondo, dell'imparare a camminare. respirare o vivere in apnea. Tuffarsi e restare sospesi. Mette in scena l'oltrepassare: le soglie fra essere e non essere, fra il torpore e la consapevolezza, fra la solitudine ed il far partedi un tutto. soglie fragilissime, difficili, invitanti o paurose: grazie alla sua opera, diventano vive e visibili".