Esprimo un'idea personale: quando a commentare le immagini del Martedì-Acaf non c'è una colonna sonora - spesso ricercata quanto prestata per la bisogna- , e c'è, invece, la viva voce dell'Autore a commentare e far rivivere la visione, ebbene la soddisfazione per il sottoscritto è maggiore.
Se questo autore, poi, è Mister Riccardo dott. Lombardo, seguirlo nella sua colta, appassionata, competente esposizione è un'esperienza che auguro a tutti di provare, almeno una volta, nella propria vita di fotografo o di aspirante tale.
Lui le ha chiamate cartoline ma, invero, su queste cartoline ha appuntato note, considerazioni ed emozioni che ogni siciliano è orgoglioso di poter sentire.
Palermo, allora, non è stata così distante come il crollo dei piloni autostradali potrebbero documentare.
Palermo è ancora vicina con la sua formidabile storia, con la sua vicenda difficile, col suo travagliato destino; un destino dapprima intravisto dall'alto, con l'occhio d'aquila dell'Utveggio che riesce a racchiuderlo ma non a definirlo; poi, quando lo stesso destino incontra il finito del giorno che muore o la ruga del volto umano appisolato "na carrozza", o il segno prezioso della devozione, allora rivela le stratificazioni dei nostri avi, e quella del nostri padri; e, ahinoi, dei nostri "patrigni".
Nella sua ricognizione non è solo Palermo a fiorire di mosaici, statue, capitelli, geni barbuti e fanciulle liberty ma anche i dintorni, le frazioni marinare, e le perle di Baaria e di Munriali.
Provo a recuperare il fascino dei vecchi termini: Pan-ormus la "tutta porto" e Riccardo me la porge in cucchiaio; cerco i venti di Baaria e Riccardo mi riconcilia con Manzù invitandomi a penetrare nella giusta prospettiva dove raccogliere la progettata tomba di Guttuso; cerco il MonteRegale e m'immerge nel silenzio arabo normanno del celebre chiostro dopo avermi detto che i suoni del Massimo, gli odori dell'Orto Botanico, la serpuzza dei putti negli oratori, le meuse e le panelle hanno la stessa radice. E qualcuno, nel frattempo, rivede anche la sua postazione di lavoro.
Radici di sicilianità e di sicilitudine laddove casca l'asino della nostra identità.
Infatti, puoi essere un
avvocato, un
fotografo, un
cuoco - come tutti gli altri - e, poi, come un'aggiunta, che taglia come una ghigliottina, la considerazione aggiuntiva: "sei anche siciliano!"
Come a dire, qualcosa di precipuo, di peculiare, di infungibile; qualcosa da attenzionare, da valutare a parte, da considerare.
L' esperienza ci farà apprezzare ombre e luci di questa considerazione ma, tante volte, dobbiamo constatare che, seppur nascosta nel nostro DNA, esiste ed è importante. Nel bene e nel male.
Riccardo, ed il suo lavoro, ci ricorda non soltanto di riconoscerla ma di esserne orgogliosi.