Una domenica trascorsa insieme, un workshop estenuante, ecco i suoi frutti ….
I dieci insegnamenti di Jordi Ferrnades i Arrufat.
1. Le fotografie non si fanno con la macchina fotografica, ma con l’occhio, il cervello, il cuore, l’anima. (vi ricorda qualcuno?).
La macchina (fotografica) non è importante: avete già delle Ferrari in mano, imparate ad usarle al meglio, a sfruttarle almeno al 90% se non proprio al 100%. Spesso le usiamo al 10% al massimo delle loro potenzialità.
2. Non fate 1000 fotografie fatene 10!
Non scattare a casaccio alla prima cosa che capita, non scattare come ti viene prima. Fermati, pensa, il tuo soggetto è sempre li, non scappa. Esamina il tuo soggetto, esplora la luce, giraci intorno, studiane proporzioni, composizione, espressione…
Scatta con calma, prenditi il tuo tempo, non c’è fretta.
Pensa prima di scattare, cerca la “tua” immagine, quella che ti nasce dentro. Quando hai la “tua” immagine lo senti dentro, allora puoi scattare. Quando tornerai a casa, se la cercherai, la troverai fra quelle che hai fatto, anche se già lo sai che c’è. E’ la foto che ricordi. Le altre, quelle che non ricordi più, le ha fatte la macchina fotografica.
3. Sii istintivo! Per fotografare bene non serve essere dei tecnici, altrimenti gli ingegneri della Nikon (o Canon o quello che volete voi) sarebbero i migliori fotografi del mondo. E non è così. Trova la parte femminile che è in te!
4. Imparate a selezionare! Eventualmente fatevi aiutare da qualcuno. La differenza fra un amatore ed un professionista è che quest’ultimo sa ben selezionare le sue immagini. Non ha bisogno di un aiuto esterno. Fa una selezione rigorosa. Togli il superfluo ! (cestino, non hard disk!).
5. Ci sono tre categorie di immagini: A, B, C. Le A sono capolavori assoluti. Le tieni da parte per le mostre o libri. Poche nella vita. Le B sono foto meravigliose, pur non essendo capolavori. Puoi usarle per audiovisivi o mostre, sono immagini importanti e molto belle, ma non capolavori. Poche nell’anno. Le C sono immagini tecnicamente buone, esteticamente belle, ma senza quel quid. Le puoi usare come riempimento e contorno di B. Tutte le altre sono D: cestino! (vedi sopra).
6. Non ti fare condizionare troppo dalla tecnica e dalle regole, ma imparale. Impara le tecniche necessarie, più possibili, perfezionale. Fatto? Impara le regole. Fatto? Per fare questo usa la parte maschile di te! Adesso sei pronto a seguire il tuo cuore, infrangere le regole, usare l’anima, spezzare le costrizioni e, finalmente libero, spiccare il volo!
7. Usa il flash anche di giorno! Soprattutto di giorno. Più luce c’è più serve il flash, meno luce meno flash. (serve a schiarire le ombre, risolvere i controluce, dare luce ad un soggetto…).
8. Muovi le gambe! Usa le focali fisse. Impara a conoscere le focali. Anziché usare lo zoom, muoviti, gira intorno al soggetto, avvicinati, allontanati, alzati abbassati, cambia la prospettiva e lo sfondo, evidenzia la forma.
9. Studia la luce! In fondo la fotografia è letteralmente “scrittura con la luce”. La luce è tutto in fotografia. E poi … usa il paraluce, il polarizzatore, il filtro degradante. Controlla la luce, i riflessi, esalta i colori, fai attenzione agli sfondi, alle diverse intensità luminose, ai contrasti fra primo e secondo piano. Gioca con la luce. Osserva dove cade e come cade. Da quale parte sorge il sole e dove trovare la luce giusta a seconda delle ore del giorno. Usa la luce giusta per quello che devi fotografare. Sfrutta le ore migliori.
Ecco, anche se parziale, per quel che ricordo, ciò che ho appreso da Jordi e che mi è rimasto da una splendida giornata trascorsa insieme a lui e gli amici dell’ACAF.
Come? Manca il 10? Ah, si, ma non l’ho dimenticato. L’ho lasciato per ultimo perché è il più importante. Direi fondamentale se volete essere dei fotografi migliori, ma anche delle persone migliori.
10. Vivi la vita! Prenditi delle pause, gira il mondo, godi degli amici, ama e ama la vita! Usa il cuore per questo. Condividi con gli altri le tue esperienze e le tue conoscenze, con generosità. Così come lui ha fatto con noi. Ogni tanto lascia riposare la mente e la macchina fotografica: per essere più concentrato e più fresco quando devi scattare, ma anche, soprattutto, per godere di tutto il resto e partecipe della vita!
Così è passata una domenica con Jordi, ma poi c’è stato anche il martedì con i commenti e le altre lezioni. Con tutti gli amici e la voglia di condividere. Con le risate e le battute di scherzo. Rilassati, con allegria e senza competizioni insulse. Senza “offesa”, ma con tanta voglia di imparare. Alberto mi dice che gli effetti del workshop si vedono già nei nostri scatti. Io rispondo che sono più vivi nei nostri cuori e che, spero, saranno ancora più evidenti negli scatti futuri.
Oggi più che mai… buona luce a tutti.
Emanuele.
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