E venne il martedì. Dopo una domenica di lavoro … fotografico con Jordi Ferrando i Arrufat.
Sono arrivato fra i primi. Siamo ancora solo in cinque. Consegno le mie foto, la chiavetta non si vuole staccare dalla mia mano, accidenti sono più di cinque, quali tolgo? Ok è fatta! Mi posso sedere e godere alcuni ultimi scambi di opinione con Jordi e gli altri, si ride…
Mentre discutiamo aspetto gli altri, buttando uno sguardo ogni tanto alla porta, arriveranno? Si, arrivano alla spicciolata, le facce titubanti, sembrano timorosi di entrare (come me), quasi ci debbano ripensare e tornare indietro. Ma poi eccoci tutti li. Le foto consegnate. La tensione si scioglie. Salvo richiama tutti all’ordine, si può iniziare.
Jordi si schiarisce la voce, beve il primo di un’interminabile serie di bicchieri di acqua, si spegne la luce, le immagini riempiono lo schermo… e parla Jordi, parla tutto il tempo, per più di tre ore, senza risparmiarsi, a dispensare consigli, a correggere errori, a elogiare risultati. Sempre gentile, mai offensivo. Troppo buono? Forse! Ma quante nozioni, informazioni, notizie. No, non direi che sia tecnica, non si parla di diaframmi e tempi, ne di macchine e obiettivi, si parla proprio delle fotografie, della loro anima e dell’anima dei fotografi.
Ci spiega finalmente il perché di certe scelte, di certi divieti, di certe costrizioni, di certe location, di un’intera giornata, quella di domenica trascorsa insieme a un fortunato gruppetto di 20 di noi (più due tutor).
Ci spiega perché certe immagini sono migliori di altre e come fare per migliorare le nostre. Ci spiega i perché delle prove della focale fissa, del luogo difficile da fotografare, della resistenza fisica e mentale che serve al fotografo e dell’importanza delle pause. Dell’importanza di queste prove per migliorare noi stessi e le nostre fotografie.
Ci mostra dove si posa l’occhio, i pesi delle forme, l’importanza dei profili riconoscibili, la luce, la sua importanza e la necessità di saperla sfruttare. Come muoverci, abbassarci, alzarci, danzare attorno al soggetto. La contrapposizione di chiari e scuri. L’importanza di concentrarci sul soggetto e di individuarlo correttamente, la necessità di non sovraffollare le immagini con troppi soggetti, ma allo stesso tempo di arricchirle di spunti interessanti. Ci sprona a usare il verticale, i formati diversi. A eliminare gli elementi superflui …
E parla, parla, Jordi. Ogni tanto fa una pausa per bere, ma poi ricomincia. Alla fine è visibilmente stanco. Mi vengono ancora mille domande ma so che sarebbe chiedere troppo. Ha occhi buoni Jordi e sguardo sincero, so che non si tirerebbe indietro, ma per questa volta basta così, è anche troppo ciò che ci ha donato e poi… mi gira la testa, la mia mente ha elaborato tutto il tempo attorno alle sue parole, alle sue riflessioni, ai suoi consigli. Vorrei non perderne neanche uno, ma so che non sarà così, qualcuno andrà inevitabilmente perso nei ricordi e nel tempo, quello che non dimenticherò mai è la gioia di due giornate memorabili e di un amico ritrovato.
Grazie Jordi
Emanuele
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