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Re:Il suono del silenzio - 03-04-2012 (1 in linea) (1) Visitatore
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Discussione: Re:Il suono del silenzio - 03-04-2012
#6577
Caristofane (Utente)
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Il suono del silenzio - 03-04-2012 12 Anni, 3 Mesi fa Karma: 2  
Che suono ha il silenzio? Ce lo siamo chiesti un po' tutti. Pippo Pappalardo ci ha dato una sua versione. Dal "naufragar m'è dolce in questo mare", all'assordante silenzio, fino all'insostenibile leggerezza dell'essere (aggiungo io) via via con una serie di ossimori dai sorprendenti effetti stilistici.
Anche dal lato musicale si potrebbe dire che la bellissima canzone da cui origina il titolo è però un po' angosciante se ascoltiamo con attenzione le parole, parla di silenzi e di incapacità di comunicare (?!) . Così cosa avrà voluto dire Alberto con quel titolo? In realtà lo sapevamo, avendo già visto una prima versione di questo diaporama, a suo tempo. Ma qualcuno lo aveva dimenticato, qualcun altro non lo aveva ben capito, altri ancora non vedeva l'ora di rivederlo, allora...

Alberto ci ha mostrato l'altra sera la sua Lucca ... Lucca ... Lucca. La Lucca dei Comics piena di colori, gioia e movimento. La Lucca che di sera rimane abbandonata al silenzio, svuotata, ferma. Una Lucca in formato domestico, intima, piovosa.
Lo ha fatto attraverso un bianco e nero intenso, profondo, concettuale. Ricco di sfumature, ma anche di ambiguità. L'ho detto l'altra sera e lo ripeto adesso. Una foto "sbagliata" è un'errore, mille foto "sbagliate" possono essere un progetto. Le fotografie di Alberto ci appaiono ricche di sfocati e mossi intenzionali, prospettive ardite, tagli estremi. Lo scopo è quello di portare l'ambiguità dell'immagine alle sue estreme conseguenze. Trasformare la realtà e renderla sogno. La sua non è una fotografia descrittiva, ma emozionale. Non ricerca l'assoluta nitidezza del dettaglio, ma l'emozione, l'empatia, l'atmosfera.

Ma era davvero Lucca? La sua visione va oltre la mera descrizione dei luoghi, esplora piuttosto una dimensione dell'anima. Si, è vero, come diceva Pippo Pappalardo, i luoghi ci sono e si riconoscono: le stradine, i sottopassi, le statue dei suoi musicisti ...
eppure sembrano passare in secondo piano nella narrazione, sembrano apparire, quasi per caso, durante una passeggiata solitaria per la città vuota, mentre gli ultimi locali chiudono e qualche passante cerca ancora un riparo dalla pioggia nei sottopassi. Il nostro viandante si ferma qua e la a rimirare gli ultimi scampoli di vita che la sera porta via: qualche passante, un bottegaio che chiude l'ultimo bar, una coppia che passeggia, un negozio di antiquariato che si lascia rimirare attraverso le vetrine, purtroppo chiuse. A poco a poco una lieve tristezza lo invade, come una sorda malinconia che lo porta a ripercorrere i suoi passi, verso una casa che non è la sua casa, verso una stanza che non sente sua. Straniero in terra straniera, rimira gli oggetti sempre più sfogati, sempre più lontani dall'essere reali, mentre la vita reale trascolora nel sogno. Così la mente corre via, apre quella serratura, tira la maniglia, imbocca la porta, travalica nel sogno. Infine il risveglio, il ritorno ad una realtà vera ad un'immagine nitida: si ferma un attimo prima di partire a rimirare quella finestra che per breve tempo è stato suo riparo. Tornerò! O forse solo uno struggente addio.

È solo una delle molte, moltissime, interpretazioni possibili. Perché l'opera di Alberto è un'opera aperta, concettuale, dicevo. Dove ogni spettatore seguendo un impulso, una suggestione, deve scoprire in se stesso il senso ed il sentimento profondo celato nelle immagini. Un unico indizio: quella dedica: "a mio padre". Dolcissima, struggente. Ma ambigua anch'essa. Non sappiamo se un riconoscimento o un ricordo o un rimpianto o un semplice atto d'amore. Solo poi, nell'illustrazione del suo lavoro, Alberto ci darà una spiegazione. Ma io continuo a preferire di non sapere. Voglio continuare a perdermi nel sogno, nell'emozione, nel suono del silenzio.

Al suo diaporama Alberto ha accompagnato delle splendide stampe (posso dire anche magnificamente eseguite dal nostro Maurizio?) che ripercorrono il suo viaggio emozionale. Punteggiato qua e la da piccoli capolavori. Uno in particolare ho visto che ha attirato l'attenzione di molti e se martedì prossimo non lo vedrete i sospettati saremo fortunatamente in tanti. Così non sarà facile capire chi l'ha portato via!

Non dimentico le musiche. In questo tipo di presentazioni la scelta della giusta colonna sonora è fondamentale ed influenza fortemente lo stato d'animo dello spettatore. Alberto lo sa ed ha sicuramente avuto le sue difficoltà a trovare la giusta via. Ha quindi voluto condividere con noi i suoi dubbi ed il suo approdo in due scelte, simili, ma contrapposte. Una prevedeva un cantato lieve, melodico e struggente. L'altra un delicato ritmo jazz. Sono stati dati vari suggerimenti. Chi ha preferito l'uno, chi l'altro. Qualche profondo conoscitore di musica jazz ha espresso la sua approvazione, sollecitando la stessa musica ma con una interpretazione di altri autori (finezze da specialisti, cui il povero sottoscritto non arriva, ma incuriosito farò delle ricerche). Tutto ciò a sottolineare le diverse sensibilità che questo lavoro ha saputo stimolare. Le emozioni che ha saputo suscitare.

Per finire non mi inondate ora la galleria di mossi e sfocati! Come giustamente diceva Jordi le regole sono fatte per essere infrante, ma la trasgressione deve sempre avere una giustificazione o un progetto che la giustifichi, se no torna ad essere un errore.
Essere l'iniziatore di un percorso artistico è un merito, saper portare tale percorso ai massimi livelli è vera arte, copiare è banale.

Saluti e buona ... Pasqua, per questa volta, a tutti.

Emanuele.

PS abbiamo visto, domenica scorsa, come l'ambiguità dell'immagine fotografica possa essere una ulteriore difficoltà nella lettura. Vediamo ora come possa essere un mezzo di espressione. Una medaglia ha sempre due facce, la fotografia qualcuna in più, basta saperle sfruttare nel giusto modo.

E per finire una dedica:
Non è perché le cose sono difficili che non osiamo.
E’ perché non osiamo che ci sembrano difficili.
Seneca

 
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E\' un\'illusione che le foto si facciano con la macchina... si fanno con gli occhi, con la testa e con il cuore.
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Chi non sa fare una foto interessante con un apparecchio da poco prezzo, ben difficilmente otterrà qualcosa di meglio con la fotocamera dei suoi sogni.
Andreas Feininger
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#6578
PipPap (Utente)
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Re:Il suono del silenzio - 03-04-2012 12 Anni, 3 Mesi fa Karma: 9  
Perfetto!

Il mio maestro Sergio Magni mi stimolava a scriverere di critica fotografica facendomi prima pensare ai lettori che, a suo dire, avrebbero dovuto trovarsi, leggendomi, dentro l'evento che raccontavo e seguire il mio pensiero e la mia emozione, sicchè avrebbero dovuto rivedere, in nuova prospettiva, quanto insieme ammirato e, quindi, rifletterlo, riproporlo, con nuovo arricchimento.
Voglio, qui, pertanto, annotare l'equilibrio e l'intelligenza della superiore recensione che testimonia (qualora ce ne fosse ancora bisogno) di "un" Caristofane in stato di grazia, amico della fotografia ma ancor più dei fotografi che la progettano.
L'ottimo Alberto sa che proprio questo tipo di annotazioni partecipano ai nostri occhi l'emozioni silenziose che con discrezione ci ha fatto giungere.
E mi confermo sempre più nella fiducia che la dinamica del gruppo è capace di raccogliere soluzioni per i (nostri) problemi molto più rapidamente dei singoli e velleitari approcci. Anche questo è un progetto nei cuori di Cosimo, Salvo, Francesco ......
Sono molto contento (e soddisfatto) e lo volevo dire.
Buona Pasqua.
Pippo
 
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Ultima Modifica: 2012/04/06 09:54 Da PipPap.
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#6580
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Re:Il suono del silenzio - 03-04-2012 12 Anni, 3 Mesi fa Karma: 2  
GRAZIE EMANELE:
grazie per il tuo sforzo ed il tuo tempo messo a “mia” disposizione ed a disposizione del gruppo!
Trovo il tuo scritto, come sempre, dagli altissimi contenuti, oltre che pregevole nel sintetizzare ed aggiungere ulteriori spunti ad una serata che difficilmente dimenticherò. Se davvero, ritornando in sede martedì prossimo, non dovessi trovare la mia foto del cuore (l’unica foto che in realtà ritengo di dover salvare se dovessi saltare dalla torre) vorrà dire che incornicerò la tua sintesi a suggellare le emozioni da me provate martedì scorso.

Ringrazio tutti per aver condiviso quei momenti con me, per essere stati presenti numerosi (nonostante la champion, che so per molti essere stato un gran sacrificio non aver visto).

Ovviamente un ringraziamento speciale va a Cosimo ed all’Acaf per avermi dato l’opportunità di approfondire, nutrendo le mie curiosità e le necessità di approfondimenti costanti, di confrontarmi su ogni aspetto legato alla fotografia (e non solo) fino a quando pian piano e piacevolmente inizi a scoprire che si può migliorare nonostante il poco tempo a disposizione, nonostante il poco esercizio e le scarse giornate in cui finalmente si riesce a concentrarsi per poter allineare cuore, occhio e cervello ed uscire a tentare di Fotografare.

Ringrazio Pippo e la sua smisurata conoscenza messa sempre al servizio degli altri, che rappresenta per me l’esempio vivente della disponibilità e del saper condividere. Ingrediente questo indispensabile per il nutrimento e la crescita di ogni un vero gruppo (e da ex sportivo praticante, ma eterno sportivo dentro: di gruppo un pò me ne intendo)!

Ringrazio chi mi ha insegnato a lasciare alle spalle l’ansia da prestazione, quando si è in giro a caccia di emozioni da fotografare e chi mi ripete in continuazione che “volere è (quasi sempre aggiungo io) potere”.

Ringrazio ovviamente Maurizio, per l’ottimo lavoro svolto e per la premura con cui lo ha dovuto confezionare (la prossima volta sarà mia premura pensarci almeno 2 settimane prima, anche se sono certo che le foto arriveranno lo stesso 2 minuti dopo).

Infine ringrazio ancora mio padre vero custode ed angelo del “Suono del Silenzio”.

Concordo come spesso accade con Pippo e concludo sul buon lavoro del gruppo in ogni sua parte, notiziario e sito inclusi, per i quali ho ricevuto recenti complimenti anche dalla Capitale.

Buona Pasqua
Auguri
Alberto
 
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