A volte mi colgono dei periodi di assenza. A volte, non sempre per fortuna, mi estraneo dal mondo per rinchiudermi in me stesso. A volte la vita mi sommerge. Facendomi lasciare indietro cose non meno importanti, anzi. Ieri l'improvviva, quanto inaspettata, telefonata di Salvo mi ha di colpo ridestato dal mio torpore mentale. "E' da un po' che non ti fai sentire...". In verità non è stata del tutto colpa mia. Quanto meno la mia assenza di martedì scorso è stata dovuta a inderogabili necessità familiari. Un po' meno la mia assenza dal Forum, per cui l’unica scusante è il poco tempo libero.
In verità proprio l'altro giorno guardavo le splendide foto dell'otto dicembre e consideravo con una nota di rammarico di non poter essere stato più presente (ai preparativi ed alla cena). Si gli impegni, la famiglia (giá così mi è stata diagnosticata una grave forma di ACAF-mania!), eppure... ammiro l'entusiasmo, l'energia, l'abnegazione ed il fervore di Cosimo e Salvo e tanti altri, si sono spesi per l'organizzazione e, posso ormai dire, la riuscita di questo 8 dicembre. Nonché la perseveranza con cui hanno perseguito il risultato dello splendido libro, somma ricompensa ai loro sforzi.
La telefonata, lo ammetto, mi ha colto di sorpresa; mi ha fatto piacere, perché fa piacere che qualcuno ti pensa e sente la tua mancanza; mi ha spronato, perché è stata come una sveglia che mi ha tirato fuori dal torpore sociale in cui ero caduto; mi ha fatto anche sentire un po' in colpa per la constatata assenza.
Così eccomi qua!
Mi sembra del tutto inutile rimarcare la riuscita della splendida serata dell’8 dicembre. I tempi mi sembra siano stati perfetti, stavolta, per interessare senza stancare. La qualità degli audiovisivi, come sempre, ottima. Le presentazioni “professionali”. La mostra concentrata ed elegante. Il libro splendido. Cosa chiedere di più?
Guardando le belle foto di Romina e Mary, riguardando quelle dei precedenti eventi, mi sono ha sorpreso un pensiero, assurdo se volete: cosa ne sarà dell'ACAF quando, un giorno, Salvo, Pippo, Cosimo ed i tanti altri grandi cominceranno a restare indietro per sopraggiunti limiti di età (cent'anni di salute, per carità!), chi raccoglierà la loro eredità. Chi si farà carico dell'impegno? Certo un pensiero prematuro, velato di malinconia, ricordiamoci però che … "Panta rei", tutto scorre, tutto cambia. Chissà perché poi questo pensiero … non so! Però ci voglio pensare. Forse è la coscienza che mi manda un segnale subliminale?
Per il momento non mi resta che ringraziare ancora una volta chi continua a prendersi carico di cotanto lavoro per portare avanti l’associazione.
Lunga vita all’ACAF!
Buona luce a tutti.
Emanuele
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