Come iniziare a parare di una ennesima buona serata di fotografia? Possiamo cominciare col dire che l'Autore era un po' nervosetto all'inizio, d'altra parte il pubblico era quello delle grandi serate (numeroso) e con un ospite d'onore quale il nostro amico Jordi Ferrando che aveva così generosamente aperto la stagione 2011-2012 dell'ACAF. Quindi: come dargli torto? Si sa per quanto fatti in maniera amichevole queste presentazioni hanno sempre l'aspetto di un piccolo esame (eh già "gli esami non finiscono mai"
. Direi che l'esame è stato superato a pieni voti in quanto non solo tutti hanno commentato in maniera positiva l'audiovisivo proposto dal nostro Francesco Barbera, ma è mancata persino la voce fuori dal coro che, facendosi bastian contrario, trovasse un ma o un però. Due sono le cose: o Francesco è troppo
o gli vogliamo troppo bene. Forse tutt'e due?
Comunque Francesco
lo è stato davvero, sia per la cura nel montaggio delle foto che nella scelta della colonna sonora, davvero azzeccata, d'altro canto non è da ieri che Francesco si impegna in questi lavori. Certo mancavano gli "effetti speciali" con le stelline
, ma nessuno è perfetto!!!
E' seguito il commento dei presenti, le domande di rito, la solita domanda sull'attrezzatura ... e qui permettetemi di fare una breve digressione. E' insito nella nostra cultura che il mezzo faccia il risultato ed anche se razionalmente ci scontriamo ogni giorno con l'evidenza che non è così, ci caschiamo sempre. Io stesso non ne resto indenne, lo confesso, se no perché continuare a leggere le recensioni dell'ultima macchina e dell'ultimo obbiettivo usciti? Mettiamocelo bene in testa la pulizia di quelle immagini, la naturalezza di quei volti, la composizione e, in toto, la riuscita di quelle o di altre immagini, è e resterà sempre il frutto di una capacità innata o acquisita di quell'autore, che certo avrà pure una signora attrezzatura, ma non sarà per quella che avrà ottenuto quei risultati. Altro aspetto è la paura per la propria attrezzatura: certo è possibile che in viaggio l'attrezzatura ci venga rubata, così come i passaporti o il portafoglio o altro. Fa parte del rischio di viaggiare (se no sarebbe una giostra e forse già lo è!). Sarà nostra cura mettere in atto tutte le precauzioni possibili per evitare che ciò avvenga. Se avviene è sempre un evento spiacevole, ma non facciamoci prendere dalla paranoia per questo. Se devo andare in un posto pericoloso non mi porto 10.000 euro nel portafoglio. Allo stesso modo non mi porterò un'attrezzatura molto costosa. Esistono compatte evolute o, meglio, reflex minori, magari acquistate di seconda mano che ci potranno dare ugualmente ottimi risultati e se qualcuno ce le porta via pazienza: mai mittere a repentaglio noi stessi per l’attrezzatura. Se abbiamo ancora paura non fotografiamo affatto! Se fotografare non è una professione, non abbiamo nessun obbligo a farlo e soprattutto la fotografia non ci deve guastare il gusto del viaggio, della scoperta, della conoscenza. Ho conosciuto fotoamatori che si portavano a letto la propria attrezzatura per non lasciarla un attimo incustodita. Ma così facendo l’oggetto divente più importante delle persone e di noi stessi e questo è molto pericoloso! Bene mi fermo qui perché la digressione è gia durata anche troppo.
Quindi, dicevo, è stata la volta di Jordi; lo amo quest’uomo (non fraintendetemi): ogni volta che apre bocca esce una perla di saggezza e così è stato anche stavolta.
In ultimo, la ciliegina sulla torta, il commento di Pippo Pappalardo, che pur essendo fortemente rauco, non si è risparmiato, sicuramente anche per affetto, e ci ha offerto, come sempre, una bella lettura del lavoro presentato.
Cos’altro dire? Alla prossima avventura fotografica!
Buona luce a tutti!
Emanuele