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NOPAQUIE
Noli Offendere Patriam Agathae Quia Ultrix Iniuriarum Est (Non offendere Catania, la patria di Sant’Agata, perché essa ne vendica le offese).
Si può descrivere una venerazione? Si!
Si può raccontare una passione? Si!
Si può narrare un’emozione? Anche stavolta la risposta è si!
Ecco cosa è accaduto ieri sera all’ACAF:
Claudio Baturi ci ha narrato di una vita di venerazione per una Santa che è qualcosa di più che la patrona della città: è una protettrice, una dispensatrice di grazie, ma ancor di più un amore profondo che è iniziato quando era piccolo e lo ha accompagnato per tutta la vita, senza soste. Anno dopo anno. Festa dopo festa. Sempre li, sempre in prima fila. Senza soste, senza riposo, senza sonno, senza stanchezza, con amore e venerazione. Fino a quando, a seguito delle dimissioni del precedente capovara, si è reso necessario che il suo impegno si formalizzasse nell’assunzione del compito di capovara, con tutti gli impegni e le responsabilità che questo comporta. Questo è, in breve ciò che ci ha narrato con passione e commozione Claudio, ripercorrendo nei ricordi i momenti salienti della festa, i costumi ed i loro cambiamenti in questo quarantennio, le dispute e le attuali tendenze. Spiegando come, anche a seguito di una progressiva spettacolarizzazione da parte dei mass-media, si è evoluta una festa sacra che risulta essere, ancora oggi, la terza al mondo per numero di partecipanti dopo la Settimana Santa di Siviglia qed il Corpus Domini in Perù. Venerazione totale!
Ma spiegare il patos popolare che abbraccia Sant’Agata e la sua festa a Catania non è facile. Ci è riuscito Pippo Pappalardo. Narrandoci la festa come l’ha vissuta lui con gli occhi di bambino prima e di adulto poi. Come l’ha conosciuta ed amata attraverso il padre, con momenti di autentica commozione, per un ricordo vero, profondamente radicato nel cuore e nell’animo. In un groviglio di sentimenti quali: passione, amore, euforia, venerazione, concitazione, orgoglio. Passioni vive!
Narrare l’emozione è stato il compito che si sono assunti Daniele Musso e Desirè Zappalà con il loro video. Un video diverso dai soliti, non un documentario, non una pedissequa narrazione della festa, non una monotona narrazione degli eventi. Un video con l’anima di un fotografo. Che riprendeva frammenti esistenziali, luci calde, atmosfere rarefatte. Un video che Daniele non sapeva come descrivere “non un corto e non un audiovisivo”. Un “corto-visivo” ho suggerito io. Scherzi a parte il lavoro dei nostri due amici è perfettamente riuscito a renderci partecipi della commozione e della vita di una città che si muove, quasi freneticamente, attorno alla Santa, per 3 giorni e 3 notti, senza soste. Della sentita partecipazione dei “Cittadini” e della loro profonda venerazione. I riti pagani e quelli cristiani. I momenti di fede e quelli di supplica. Emozioni nude!
Peccato non essere in grado di raccontarvi come si deve tanta passione, tanta venerazione, tante emozioni. Peccato non siate venuti. Ma mancava realmente qualcuno? La sala era piena come nelle sere dei grandi eventi!
Buona luce Emanuele.
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