Martena e i ... Drag Queen
Il diverso è sempre stato visto con un occhio particolare dall'uomo. A volte temuto, a volte respinto, a volte odiato o indicato come causa di tutti i mali. Innocente capro espiatorio dell'umana ignoranza. Ancora oggi per alcuni popoli africani gli albini sono considerati posseduti dagli spiriti, cacciati e uccisi a scopo rituale. Il diverso sia esso nero o gay o pazzo è sempre stato visto come qualcosa che contrastava con la media normalità e per questo additato al pubblico disprezzo. I gay sono stati per secoli minoranze sfruttate e offese o derise. Nella lingua basso-popolare è: puppu o iarrusu, l'epiteto altamente offensivo con cui vengono indicati. Perseguitati da vari regimi politici e movimenti religiosi, oltraggiati da varie società cosiddette civili, sono condannati alla pena di morte in alcuni paesi fondamentalisti islamici.
Eppure l'omosessualità è sempre esistita, fin dall'antichità. Anche se con significati diversi. Esiste persino in natura, fra gli animali. Viene distinta dagli psicologi in innata e psicologica o situazionale. Il fenomeno negato per secoli è stato portato alla luce in tutta la sua ampia diffusione dal famoso rapporto Kinsey nel 1947. Suscitando infinite polemiche fra chi non gli voleva riconoscere una così ampia diffusione.
Il mondo delle Drag Queen, ma esistono anche i Drag King (fenomeno sessualmente opposto) ha una connotazione mista, composto di omosessuali, ma anche di attori professionisti non omosessuali o anche bisex. E' un mondo variopinto e vistoso, talora grottesco, che si offre all'occhio del fotografo in maniera pericolosa. Il pericolo è quello di eccedere nella rappresentazione grottesca ed eccessiva dei suoi aspetti più superficiali (collane, parrucche, boa di struzzo, stivali) o scadere nel volgare, nell'oltraggioso. Oppure ancora di assumere connotati voyeuristici, ossessivi. O ancora di condanna etico-moralista, ipocrita, bigotta, puritana.
Maurizio è riuscito a volare alto sopra questi pericoli e ci ha offerto un lavoro ricco di poesia, eseguito con grande abilità tecnica (necessaria per le condizioni logistiche di spazi e illuminazione), sensibilità e coraggio. Il suo lavoro rende dignità di attori ai soggetti, sorvola lambendoli appena su alcuni aspetti grotteschi, rende con obiettività la condizione artistica e lavorativa degli stessi, affronta con coraggio un tema scabroso ancora troppo spesso ostracizzato da un'omofobia dilagante insita nella nostra cultura. Lo fa con colori particolari, che sono forse la sua firma, saturi ma non troppo squillanti e contrastati, quasi pastelli. A rendere ancora più leggero il suo lavoro. Esplora questi piccoli camerini, in cui è difficile anche muoversi, alla ricerca di dettagli, volti, espressioni, decori, stati d'animo che poi ci mostra con inquadrature strette, punti di presa originali, sfruttando bene la luce ambiente per esaltare la plasticità dei corpi. Suggerendo invece di urlare.
Infine riesce a montare tutto questo in un audiovisivo suggestivo magistralmente accompagnato dall'aria cantabile Casta Diva dalla Norma del nostro Vincenzo Bellini.
A noi non resta che applaudire ad un così ben articolato lavoro ed augurare al nostro amico che il suo sogno di vederlo pubblicato possa avverarsi. (Forse dovrebbe rivolgere anche lui una preghiera alla luna! Chissa che il fato non intervenga, magari si spera in maniera meno tragica.).
Omosessualità è...
L'amore che non osa pronunciare il suo nome.
Alfred Douglas, Due amori, 1892
Buona luce a tutti,
Emanuele
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