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E così ... è andata. Fortunatamente tutto bene.
Però che numeri (900 persone), che emozione, che gioia, che spettacolo!
Ma andiamo con ordine. Già la mostra era gremita di persone. Come da tempo non mi capitava di vedere in una mostra fotografica. Tutti mi sono sembrati colpiti ed entusiasti per le immagini esposte, anche perché non c'è dubbio, meritavano. In modo diverso hanno toccato l'anima di chi le ha viste. Qualcuno si è emozionato al punto da pensare di omaggiare una nostra autrice di un barattolo di marmellata di arance fatta in casa. Rigorosamente avvolta nella stagnola. Motivazione: le era sembrata triste e sola, quindi bisognosa di calore umano, di un gesto d'affetto. L'hai assaggiata? Era buona? Non temere, puoi dirlo a quella persona, non sei sola! Qui c'è un mare di amici.
I commenti si sono sprecati e la gente non smetteva di arrivare, ma soprattutto non se ne voleva più andare per la gioia di chi era rimasto indietro per chiudere le sale.
Poi la festa si è trasferita al teatro. Faceva impressione, ha colpito anche gli illustri ospiti presenti, vedere il teatro straripante di persone. Quante!
Il dibattito si è svolto in modo rilassato e gradevole. Pippo e Cosimo, si sono perfettamente destreggiati, fra i maestri della fotografia invitati. Pippo in splendida forma ha saputo presentare magistralmente gli ospiti e Cosimo, per questa volta mettendo da parte ogni timidezza, col giusto piglio (e orgoglio) di presidente.
Colgo qui l'occasione per ringraziare Pippo Pappalardo per avermi citato. Sono certo peraltro che non se ne sia accorto nessuno (al punto che mi chiedo se ho capito male). Del resto solo chi è molto addentro alle vicende ACAF poteva capire. In fondo non importa. Il fatto è che mi ha fatto sentire coinvolto a pieno titolo, a me che ancora mi sento di entrare in punta di piedi, in quella grande famiglia che dicevamo essere l'ACAF.
Salvo e Mary sono stati impareggiabili come presentatori, mettendo più volte a repentaglio la propria incolumitá nel salire e scendere quei gradini al buio (e dimenticando sempre di spegnere il microfono, così da renderci partecipi delle loro vicissitudini).
Ma, perdonatemi, i fotografi ... i fotografi sono stati grandiosi.
Gli audiovisivi sono stati uno più bello dell'altro. E scusatemi se non me la sento di stilare una graduatoria, sarebbe impossibile per me. Troppo difficile. Non sono un critico, ne un esperto al pari di Pippo, Cosimo e Salvo. E poi sono troppo sentimentale. Troppo coinvolto nel considerarli i lavori dei miei amici. Tutti bellissimi e non aggiungo altro!
Ma se proprio devo, quello che mi ha colpito di più è stato il primo. No, non quello delle nostre tre fotografe (senz'altro splendido), ma proprio il primo. Quello sulla storia dell'ACAF. Quello ... "la storia siamo noi".
Ora ... io sono un novellino dell'ACAF, ma, perdonatemi, mi sono commosso lo stesso.
Come poteva essere diversamente, come non restare colpiti nel vedere quelle persone, quelle splendide persone, oggi con i capelli bianchi, ma 25 anni fa con i capelli ancora neri, che anno dopo anno, con immutato amore, dedizione e passione per la fotografia, al di sopra delle vicende personali, al di sopra di tutto, sono ancora li. Ancora oggi sono sorridenti ed entusiaste. Con l'entusiasmo e la gioia di vivere una passione comune.
Nel volto, il sorriso di fanciulli felici.
Non saprei descriverlo altrimenti.
E mi chiedo se non sia questa la vera pietra filosofale, l'elisir di eterna giovinezza che tutti cercano e desiderano.
Mi chiedo se non sia tutto li. La passione, l'entusiasmo, la gioia, l'amicizia.
I sorrisi ammiccanti, gli sguardi d'intesa: Complicità, evidente frutto di anni di conoscenza e frequentazione reciproca, di un'amicizia profonda. Come una rete, potevo seguire lo sguardo di uno riconoscersi in quello dell'altro, che rimbalzava in un ammiccamento verso un terzo e un sorriso verso un quarto e così via per tutta la sala, senza interrompersi, per salti, da un angolo vicino ad uno remoto, per poi ritorare. Complicitá, dicevo, amicizia.
Tutto si é concluso con la cena. Che sembrava una festa nella festa. Tutti stanchi, ma felici. Soddisfatti del buon esito.
E nonostante la stanchezza e gli impegni del lunedì, ho avuto il piacere e l'onore di essere tra i partecipanti a quest'ultimo piacevole evento nell'evento. E non ci avrei rinunciato.
I volti, prima sconosciuti, iniziano a diventare familiari. Le battute,i gesti, i riferimenti ci fanno parte di un tutto. Un gruppo in cui, anche chi non è grande fotografo, può sentirsi unito in una passione comune, come una grande famiglia ... ma questo mi sembra di averlo giá detto.
Auguri ACAF! e auguri a tutti voi. O forse posso cominciare a dire ... Noi?
Emanuele.
Ps. Propongo per il prossimo evento di regalare un torcia a Salvo e Mary.
Avvertenze per l'uso: pericoloso per i diabetici! Troppo zucchero in questo racconto. Ma che posso farci, la notte divento romantico! Ci vediamo domani sera, o forse ormai dovrei dire stasera, all'ACAF!
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