Mio nonno era parsimonioso con le parole e spesso concludeva un discorso con un motto riassuntivo che non ammetteva repliche: “Cu n’ascuta nu regna”, avrebbe probabilmente concluso ieri sera. E così, come giustamente anche Cosimo ha cercato di far capire, per crescere occorre avere l’umiltà di saper fare tesoro dei suggerimenti e delle critiche, perché se uno non ascolta poi non può crescere o andare avanti neppure se si trova in una posizione di potere estremo (un Re, appunto). Ma tant’è … non è di audiovisivi che voglio parlare ma di foto.
Uno dei consigli più belli che ho letto su internet è quello che se vuoi passare per un buon fotografo devi mostrare solo le tue foto migliori. Quando si fotografava a pellicola i più spendaccioni si portavano a casa forse dieci rulli, oggi col digitale non si fa fatica a riportare 2-3.000 immagini o anche di più. La capacità del fotografo deve essere quella di saper sacrificare parte della propria “creatura” affinché questa non si trasformi in un mostro capace di ingoiare anche il proprio creatore (sindrome di Frankenstein). Ieri sera qualcuno ha avuto da ridire sulla qualità delle foto, la prima critica a mio parere (tolti gli effetti speciali) è quella che alcune delle foto del diaporama che abbiamo visto potevano essere cassate, le rimanenti, le migliori, avrebbero preso più respiro e avrebbero reso meglio. La seconda è che di un viaggio devo cercare di riportare o delle impressioni o delle suggestioni o un racconto.
Non sono del tutto d’accordo, invece, che quelle foto “poteva farle chiunque con una macchina fotografica si fosse recato a Dubai” perché c’era quantomeno una volontà di riportare un’esperienza con l’occhio di un fotografo che non è solo un turista. Poi la bravura e la sensibilità di ognuno ci porta ad esprimerci come possiamo e sappiamo, secondo i nostri limiti e le nostre capacità. (Se fossi Hemingway ve lo racconterei meglio!). Ma siccome siamo foto “amatori” prendo per buona la volontà di cercare di portare a casa una qualche ricerca ed il coraggio di esporsi al pubblico giudizio, che non è poco, soprattutto in casa d’altri. Buone o cattive che fossero le sue immagini intanto ringrazio Salvo Napoli che ha fatto del lavoro ed è venuto ad offrircelo su un piatto d’argento fin dentro casa nostra. E poi dai non erano così male! Anzi a me molte sono piaciute. Ho visto qualche citazione e, se volete, qualche stereotipo, ma chi lo dice che lo stereotipo non paga?
Semmai il problema è se vogliamo portare a casa una documentazione di un viaggio (da presentare eventualmente all’associazione di fronte) o fare della foto artistica. Là il discorso diventa più complesso. La fotografia non deve limitarsi, in quel caso, ad essere copia conforme di quanto i miei occhi hanno visto, ma riuscire a trasmettere delle emozioni che voglio comunicare a chi poi osserverà il mio lavoro, attraverso tutto quanto è lecito (e talora anche illecito) aspettarsi dalla tecnica fotografica e sua successiva elaborazione. Ma qui il gioco si fa difficile (e quindi i duri… mi sa che l’ha già detto qualcuno!).
Facile mi sarebbe a questo punto fare paragoni e confronti, parlare di noi e di loro … ma con gli ospiti non si fa.
Buona luce a tutti
Emanuele
PS. Non abituatevi troppo a queste recensioni che mi costano più fatica che fare una foto “artistica”.
PPS. Qualcuno, non so chi, ha chiesto: "che attrezzatura hai usato?"
Andreas Feininger avrebbe sicuramente risposto: "Chi non sa fare una foto interessante con un apparecchio da poco prezzo, ben difficilmente otterrà qualcosa di meglio con la fotocamera dei suoi sogni".
Vi prego, non chiedetelo più.
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