ACAF - Associazione Catanese Amatori Fotografia

Stamani, davanti alla mole del nostro Castello Ursino, provavo a canticchiare la canzone del compianto Lucio Dalla “Prima dammi un bacio”.
Appassionatamente, ero dentro le parole di quel brano che adattavo seguendo la mia emozione: “Dio, quante volte vi ho cercato, Dio quante volte vi ho perduto. Mi sono perso anch’io, quanta vita che è passata. La notte vi cercavo, vi sognavo, non eravate lì”.
E, come un innamorato, il mio cuore, stamani, fremeva, rivedendovi, alla spicciolata, come i compagni di classe all’inizio del nuovo anno. I vostri volti, ed ancor più, i vostri sorrisi, per fortuna, erano quelli di sempre, benevolenti e sorridenti, e ritrovavo la gioiosa sorpresa di raccoglierli in un giorno diverso dal canonico martedì, nella luce di una giornata di ottobre splendidamente iniziata e ottimamente proseguita.
Un buon caffè e poi …. e poi la vostra attenzione, il vostro sollecitarmi ad essere il Pippo di sempre, pronto a cercare, nel fondo del suo vecchio baule, la ricetta buona per riprendere la poesia degli sguardi, la dolce colonna sonora di una nuova scoperta.
Ci siamo ritrovati attorno a Basilico, alle sue città, all’eterna equazione formulata su un costruire che sta all’abitare come il pensiero sta ad X, laddove l’incognita è, e lo sappiamo benissimo, tra le nostre immagini passate, quelle che abbiamo realizzato e le altre che realizzeremo.
Le poche persone che non hanno raccolto l’odierna convocazione erano tutte giustificate. Ma, invero, c’erano anche volti nuovi, affezionati ritorni, e, ancora, le costanti presenze di quel pellegrinare tra le rappresentazioni di quanto sperimentato in questi giorni.
Intelligentemente abbiamo ristabilito i contatti giusti per i prossimi appuntamenti (ci attende un’altra mostra, quella di M.C. Brown alle Ciminiere, forse Sant’Agata); abbiamo ricordato a noi stessi le tante manifestazioni (Med Photo, Le Gru, Reggio C., Trapani) dove tanti amici, tanti compagni di strada ci aspettano a braccia aperte.
Ecco, non era martedì, ma io ero dentro la necessità di questi piccoli e grandi momenti costruiti sul sentimento e sull’avventura; attimi, istanti, piccole cose che in questo “strano tempo” che abbiamo attraversato mi sembrava di avere smarrito.
Non è stato così. Ognuno di noi ha ancora tanti progetti, tanti desideri, e qualche ambizione da realizzare. Si sappi, allora, che in gruppo si lavora meglio.
Insomma, siamo tornati. Ed allora? Via Pola, apriti Sesamo!