Il nostro amico cli confida, inoltre, che la fotografia è come "una porta sullo sguardo" (titolo di un suo libro) che ci impone di capire il senso, il significato, la direzione della nostra visione, costringendoci a verificare il valore strumentale della visione stessa ed estraendone ed evidenziandone il quoziente estetico. Purtroppo questo dinamismo intellettuale, oltre che artistico, si è alquanto assopito negli ultimi anni costringendoci a rivedere tutta la fenomenologia della vicenda fotografica per capirne le evoluzioni, per anticiparne gli esiti futuri, Allora diventa opportuno riprendere un linguaggio che faccia piazza pulita degli aspetti modaioli, meramente suggestivi della fotografia e riprenda, in maniera storicamente fondata e criticamente supportata, il suo compito originale: raccogliere e rappresentare un deposito di senso, divenire un pretesto per pensare. Giunge opportuno, quindi, il suo grido di allarme, per i troppi interventi culturali non troppo onesti intellettualmente; giunge opportuna la sua parola di fiducia per chi, compromettendosi con le potenzialità dello strumento fotografico, vive fiduciosamente l'avventura dello sguardo.
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