Se ci state, seguendo in queste indicazioni avrete capito che il nostro lavoro non intende fornire suggerimenti quanto, e piuttosto, penetrare nell'uso e nell'accettazione convenzionale del colore giallo.
Cosa abbiamo capito?
A) Che il giallo in natura esiste;
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Che la sua presenza è assai importante per diversificare, alla semplice vista, l'importanza dei generi e delle specie:
C) Che conseguentemente, la sua funzione segnaletica è assai rilevante nell'uso pratico;
D) Che il colore non ha perso la sua valenza simbolica sospesa tra il sole, l'oro, l'ambiguità o la malattia.
E) Che oggi interpreta magnificamente il linguaggio dell'elettronica e della pubblicità;
F) che non ha perduto il suo carattere estivo, allegro, appunto solare.
Quindi colorare in giallo comporta il richiamo a queste esperienze visive che abbiamo elencato.
E, badate bene, questa elencazione ha una base decisamente culturale sulla quale occorre meditare, semplicemente meditare; magari dapprima ad occhi chiusi, poi aperti, e così trovare davanti agli occhi il giallo, riconoscerlo, salutarlo.
Perchè i fotografi sono coloro che salutano ciò che riconoscono.