Se, indubbiamente, l'espressione "contest" si traduce, in italiano, con concorso, gara, esame, all'ACAF sostanzialmente l'espressione si riduce ad "esercitazione" senza perdere il piacere dell'agonismo, dell'impresa, del risultato e, perché no, del premio finale.
Quindi una esercitazione collettiva di lettura e di valutazione fotografica oltre che di ideazione, progetto e ripresa. Nessun processo, nessuna condanna, solo lo scambio, ripeto lo scambio, di opinioni. E se sono numerose e rumorose tanto meglio.
Gli organizzatori avevano individuato una tematica tutta particolare, quasi tecnico-fotografica, ma i partecipanti, opportunamente stimolati hanno suggerito altre possibili variazioni sul tema proposto ed i risultati sono stati molteplici e, grosso modo, opportuni.
Una discreta partecipazione, un concreto entusiasmo hanno legittimato il piacere collettivo di una serata finale (invero un po' caciarona) che ha conservato il carattere del confronto e dell'incontro culturale. E, personalmente, ritengo che chi ha partecipato qualche concreta esperienza fotografica l'abbia portata via con sé.
Della tematica abbiamo già parlato in precedenza. Della poetica personale possiamo solo dire che è apparsa talvolta alquanto raffinata, un tantino ricercata, quasi mai, però, distratta, sempre ad ogni modo sottolineata e partecipata, ancor quando i risultati sono apparsi diversi sia per il peso delle idee utilizzate che per la loro importanza.
Alla fine un terzetto di immagini è uscito "indenne" dalla selezione (personalmente, pur concordando con la scelta, ne avrei aggiunte ancora altre).
Due immagini si sono contese il primo premio assoluto.
Comincio dalla seconda: l'autrice, Rina Spinali, in un morbido quadrato b/n, ben risolto in termini di contrasto, racchiude il ritratto di quattro gattini che bucano con il loro punto di vista la grata di una persiana - a sua volta disposta in una intrigante raggiera in diagonale - , e sono in attento dialogo con il fotografo; immagine assolutamente degna dell'humour di Elliott Erwitt e che, dal paragone, esce forte sia come proposta da segnalare, sia come concreto contributo al contest per la sua individuazione tematica;
altra immagine, la prima, particolarmente concepita, elaborata, suggerita seguendo una sottile riflessione intorno alle problematiche del tema proposto, cercandone una possibile trasposizione visiva chiara e percepibile.
Intrecciando il tema della memoria e del ricordo con il punto di vista del ritratto reale e quotidiano, l'autore, l'eccellente Francesco Marino, efficacemente, penetra nella soggettività del punto di vista, ovvero dell'angolatura e della personale prospettiva, dalla quale si medita sul tempo e sullo spazio che ci circonda; e adoperando come referente visivo uno specchio, e collaborando con la persona ritratta (ma non c'è alcuna ricercatezza di posa), collega passato e presente all'interno di un solo spazio, semplice quanto essenziale, offerto enigmaticamente allo spettatore, dapprima spiazzato dalla proposta visiva, poi, invece, accolto e coinvolto.
Il "punto d vista", è spiegato con economia di mezzi e con arguzia palese, ed è racchiuso proprio nelle cornici della rappresentazione, teatralmente idonee a riflettere sia l'emozione del tempo passato, sia la visione serena (?) del presente.
La lettura dell'immagine, sotto altro profilo, potrebbe incontrare la ricerca dell'amico Mario Cresci sul tempo in fotografia e sua trasformazione e influenza. Pertanto, un valore aggiunto, e doppio se cercato.
Posso sperare che, oltre all'allegato delle fotografie segnalate, giungano i vostri commenti, dissensi, approvazioni e critiche?
Pronti? Via.
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