Elena Gioia vince il Primo Premio ACAF per il contest “la Strada”.
Trentadue immagini di altrettanti fotografi, costituiscono l’ossatura della rituale esercitazione di ripresa tematica, riflessione, lettura e valutazione della fotografia che l’ACAF ritualmente organizza, per consentire ai soci ed ai frequentatori del proprio sito, l’incontro-confronto per quella valutazione critica, gradino necessario per verificare attitudini, capacità ed aspirazioni di ognuno.
Detta così, sembrerebbe che martedì abbiamo vissuto un “esame di stato”; invece abbiamo trascorso, serenamente e ludicamente, un momento di alta professionalità e di raffinata cultura fotografica dove i presenti hanno potuto sperimentare la lettura strutturale dell’immagine fotografica (come studio, già affrontata l’anno passato) e la conseguente valutazione.
Il tema indicato dagli organizzatori era “la strada”, argomento alquanto vasto ed abbordabile sotto vari punti di vista e secondo le varie poetiche personali.
Qui, occorre fare la cronaca della serata per chi non c’era, supplendo all’assenza forzata del nostro Emanuele, e cimentandoci in un riassunto del significato del lavoro svolto.
Sono state confrontate tutte le immagini partecipanti e, dopo aver dibattuto la tematica affrontata. abbiamo individuato le immagini in qualche misura distanti o non direttamente collegate al tema prescelto.
Quindi, si è letto di ogni immagine il “cosa” rappresentato dal “segno” proiettato: gli autori hanno privilegiato la strada come arteria urbana e come spazio vissuto liberamente e dentro questo spazio scoprire ed intercettare episodi di comune convivenza. Si sono individuati anche i rimandi metaforici e quelli di carattere emblematico e simbolico.
Seguendo una sperimentata metodologia, abbiamo affrontato il “come” ogni autore ha cercato di esprimere la sua visione. Complessivamente il bianco nero prevale decisamente sul colore; viene sfruttato con intelligenza il momento della sorpresa e gli accidenti fotografici (riflessi, pozzanghere, dinamismi, psicologie); si ricorre con giusta pertinenza alla composizione verticale e si sta assai attenti alle compressioni prospettiche indotte dalle focali adottate, così pure giusta attenzione è accordata al punto di vista predisposto.
Tanta attenzione alla composizione ha reso impegnativo il lavoro di selezione ed ha spinto i presenti a coinvolgersi maggiormente sul piano emotivo con le immagini più gradite e meno su quello estetico ancorché le due immagini portate al primo e secondo premio coniugano egregiamente i meriti estetici con quelli emotivi.
In particolar modo la foto premiata, appartenente a Elena Gioia, iscritta tra i frequentatori del nostro sito, si lascia apprezzare per il carattere “istantaneo” della ripresa e per una semplicità assoluta di ambientazione e cornice: sviluppando verticalmente la composizione, con un inchiostrato bianco nero ha reso assai bene il profilo meteorologico e urbano di una strada cittadina, assai affollata di automobili, parcheggiate anche lungo i marciapiedi e sovrastate da numerose antenne satellitari, visibili e silenziose, che accolgono con straniante contrasto l’elegante profilo, di un uomo ed una donna costretti a correre al centro della strada e contro la pioggia, perchè impossibilitati dall’assenza di un riparo e dall’occupazione dei marciapiedi. C'è un'atmosfera da cinema neorealista che, appunto, era spesso girato lungo la "srada".
L’arteria stradale vien fuori anonima e pur presente, fredda e pur partecipante, nascosta ed in qualche modo riconoscibile, sempre un buon esempio di “street photogaphy”.
Tale rappresentazione ha avuto il sopravvento sugli altri fotogrammi che si sono assai distinti: alcuni perché ottime citazioni, ed omaggi, di Berengo Gardin (il sentiero collinare) e di Cartier Bresson (il salto sulla pozzanghera); altre perché raccontate con linguaggio fotografico più ardito e raffinato - vedi i profili sfuggenti di Fia Zappalà, il crocicchio infantile di Alberto Castro, il piccolo “sicario” nel vicolo, il fantasma ecclesiale riflesso sul selciato, la fanciulla in bici all’incrocio cittadino, e la bella citazione cronachistica di Salvo Canuti, autentico ribaltamento generazionale dell’ottocentesco “Quarto Stato” -.
La seconda immagine premiata è di Simone Sapienza che ha risolto la difficile prospettiva di una strada discendente e alquanto incassata, costruendogli attorno un “mosaico cubista” di accostamenti: un balcone, una finestra aperta su un contesto domestico, un percorso in discesa, un paesaggio notturno sullo sfondo e, qua e là, la presenza umana - come in certa fotografia francese alla Atget o alla Brassai -.
I nostri vincitori possono ritirare il premio a loro conferito e così gratificarci della loro presenza ed essere elogiati peri il loro aiuto ad aver contribuito alla comune crescita della visione.
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