ACAF - Associazione Catanese Amatori Fotografia

 
  • Decrease font size
  • Default font size
  • Increase font size
ACAF Forum
Benvenuto/a, Ospite
Prego Accedi o Registrati.    Password dimenticata?
Sseminario con Mario Cresci:la testimonianza ACAF (1 in linea) (1) Visitatore
Vai a fine pagina Rispondi al messaggio Preferiti: 0
Discussione: Sseminario con Mario Cresci:la testimonianza ACAF
#8695
PipPap (Utente)
utente platinum
Messaggi: 1122
graphgraph
Utente non in linea Clicca qui per vedere il profilo di questo utente
Sesso: Maschio Ubicazione: catania Compleanno: 1952-11-11
Sseminario con Mario Cresci:la testimonianza ACAF 10 Anni, 3 Mesi fa Karma: 9  
Tra diletto, passione ed onestà: il percorso acaffino in cerca di un senso nuovo al fotografare.

Intendo muovere, per queste mie brevi considerazioni, dai due ultimi (si fa per dire) lavori del prof. Cresci ovvero “Forse fotografia” e “Future images”.
Ritengo, infatti, che nella vasta e qualificata produzione editoriale del nostro fotografo, ma anche in quella intorno alla sua persona ed alla sua opera, questi due testi, con le immagini, le note e le proposte ivi contenute, ci introducano bene al tema del nostro incontro.

Dunque, “fotografia, forse”.
“Forse” è, come tutti sappiamo, un avverbio che esprime incertezza, che si oppone a espressioni come “certamente, sicuramente”, che mette in guardia dall’accordare fiducia e consenso a quanto già enunciato, descritto, financo documentato e sperimentato.
Dobbiamo dedurre, allora, che proprio coloro che, come il nostro ospite, hanno testimoniato della bontà d’uso dello strumento fotografico, proprio chi ne ha indagato la sintassi, la grammatica, l’ontologia, la storia, l’inconscio medesimo con i suoi sviluppi imprevedibili e imponderabili, o proprio per questo, oggi, in un contesto tecnologicamente e socialmente differente da quello in cui nacque la fotografia, hanno perso fiducia nelle risorse dello strumento e nei risultati delle sue applicazioni?
La realtà, a mio sommesso parere, è differente.
Molto è cambiato, qualcuno se n’è accorto da tempo, altri, invece, continuano a vagheggiare un’età dell’’oro per la fotografia. E, intanto, il nuovo è arrivato: pochi l’hanno riconosciuto, altri l’hanno, addirittura, sospettato di cambiare le regole del gioco, altri ancora l’hanno accusato di averne stravolto la natura e la finalità.
Eppure rintracciamo nelle proposte sottese in tanti avanguardismi, il desiderio di tornare all’antico, alla camera oscura, alla qualità della luce, al senso della prospettiva, alla dimensione e alla coscienza del tempo: insomma, di dritto o di rovescio, tutti ancora concordiamo che la fotografia rimane uno strumento magnifico che prediligiamo e privilegiamo per raccontarci le cose intorno a noi e dentro di noi, di là da tutti i “forse” e di là da tutti gli sperimentalismi e di tutte le provocazioni.
Anzi sono proprio quest’ultimi, che spingendoci nelle verifiche delle capacità dello strumento e proponendoci consonanze straordinarie con gli altri linguaggi espressivi, danno nuova vitalità all’esperienza fotografica. Ma questa vitalità è veramente nuova o è solo moderna?
Ecco allora “Future Images”, con la sua risoluta volontà di assumersi la responsabilità di divenire una cartina tornasole capace, stavolta, non solo di analizzare la natura delle cose, la loro forma, struttura e necessità (vedasi in tal senso il lungo lavoro in Basilicata, a Tricarico e, soprattutto a Matera, nonché il prezioso contributo derivato dall’insegnamento), ma capace anche di capire, mi sia consentito, il sentimento d’affetto che nasce dall’osservare a lungo il reale davanti ai nostri occhi (Rainer M. Rilke: “all’osservare ecco c’è un limite, la realtà se a lungo mirata vuole corrispondere grata all’occhio che l’osserva”): e, quindi, quel “forse fotografia” va rigorosamente cercato nell’opera degli artisti che si avvalgono dello strumento fotografico, prescindendo perfino dalla sua storia e dalla sua natura ma non prescindendo dalla sua opportunità e concludenza.
Cresci, allora, ricorda Lyotard e “La condtion postmoderne”(1979) e concorda nel ritenere che, venute meno le certezze dei grandi sistemi interpretativi e dei saperi scientifici e umanistici - e, con essi, l’aspetto identitario della fotografia legato alle proprie specifità linguistiche-, occorra guardare alla nuova produzione “dentro e attraverso” le opere realizzate, e, solo “dentro e attraverso” la personalità dell’artista, cercare il futuro dell’immagine creata e proposta.
Qualcuno dirà: è una veccchia storia nella quale tutti, magari insieme, siamo passati.
Proviamo a tracciarla?
Tra il visibile e l’invisibile, invero, abbiamo posto la ricerca e l’operatività del nostro strumento (Merleau- Ponty e il suo saggio su Cezanne, sono stati un’impareggiabile bussola);
tra il percepito e il non percepito, ovvero attraverso l’occhio che compie una trasformazione - attraverso quest’esperienza - abbiamo manifestato la volontà di “comprendere”, in una forma giustificata e mai gratuita, il mondo attorno a noi;
in tal senso ci siamo avvalsi della cultura del mondo della tecnica e della scienza (cosicchè le regole, la filosofia del progetto, il punto di vista, sono diventati i nostri vademecum);
poi, abbiamo avuto bisogno di “verificare”, più che i risultati, il modo in cui li adoperavamo o ce li lasciavamo adoperare - quello che io definisco il “sistema fotografico”- (insomma, avevamo letto, e riletto perplessi, le verifiche di Ugo Mulas);
quell’esperienza ci portò dritti a Duchamp e lì sbattemmo il muso contro il muro di una conclusione tanto fascinosa quanto radicale che prescindeva dalle troppe cose che ci avevano accompagnato. Ma era, poi, una conclusione?
Ci sembrò di smarrire la direzione o quanto meno di non avere più chiaro il senso del nostro procedere: anche l’errore fotografico, tanto caro a un nostro amico, perdeva la sua oggettività e si smarriva nell’ambiguità dei segni delle nuove immagini.
Per nostra fortuna, la batosta di Duchamp conteneva anche il viatico per un proficuo ritorno dal luogo da cui eravamo partiti: avevamo, pur sempre, un’esperienza in mano e da lì occorreva procedere.
Lo capì Ghirri: l’ambiguità del segno da lui intravisto possedeva tanto di quella cultura da creare proficuamente la dimensione nuova del paesaggio.
Da dove veniva questa capacità di rendere ambigua la visione, di far slittare il suo significato, trasformandola in pensiero nuovo? Non ce n’è forse una traccia già nel nostro patrimonio di immagini barocche?
Lo capì Giacomelli e la sua volontà di fotografare “le proprie idee”, magari agganciandole alla ridondanza di un verso, alla considerazione di un suono. Invero ci sembrerebbe offensivo chiedere il “senso” dei propri risultati fotografici all’amico Mario che, ricordo, fu capace di realizzare un libro fotografico dal titolo “Metto all’asta le mie idee”(un verso di Corazzini).
Penso che questi due esempi siano sufficienti per intuire dove intendo spingere la ricerca di un nuovo senso per la fotografia: al diletto ed alla passione.
Dichiaro, infatti, orgogliosamente di essere un fotooamatore.
C’è nella definizione una dimensione ludica che non voglio disperdere, che non desidero annullare o addirittura mortificare o sentire disprezzare, una dimensione che con umiltà e soddisfazione, priva di vanità o di antagonismo, ritrovo appesa alle pareti dei locali che ospitano questo nostro incontro.
E c’è una dimensione “appassionata”, ripeto appassionata, che ci porta a leggere, studiare, confrontarci, dibattere, insomma a impegnarci a costruire un senso condivisibile per questo nostro diletto.
Per questo ci rivolgiamo ai professionisti, ai docenti, ai compagni di avventura e di poesia (raramente ai mercanti).
E così facendo scopriamo magari che il dramma della modernità (quest’ossessiva ricerca di senso) si tocca quando i segni non riescono più a esprimere quel dialogo con “il vecchio che non vuole morire e il nuovo che stenta a nascere”, quando constatiamo che abbiamo interrotto quel dialogo con il padre che magari abbiamo ucciso da qualche parte: segni che sono ormai bagliori che perseveranti rintracciamo perché capaci di prometterci qualcosa ancora (Bongiorno ce lo ha splenditamente raccontato).
E così facendo, magari, convincerci, con l’amico Nicosia, che il verso di Montale “tutte le immagini portano scritto: più in là” è ancora irresistibilmente vero, così come l’esperienza raccontataci da Antonioni quando avverte che oltre il senso di una prima immagine c’’è un'altra immagine ed un altro senso ancora, e poi un altro, fino allo sfinimento dell’immagine stessa, come le onde del mare, come il segno dell’orizzonte, come “l'ultimo sole”.
E cosi facendo, magari, convincerci che non siamo soli in questa ricerca di senso: la misurazione del mondo - e misurazione è espressione cara alla personalità del nostro amico - la possiamo compiere sui reperti di una cava come sulle tracce del territorio, sui piccoli oggetti quotidiani come sulle reliquie della memoria.
Ebbene, queste misurazioni - tanto care anche allo storico Le Goff scomparso giorni addietro - , non sono altro che le medesime che i fisici compiono sulla materia – come Matera, come mater – ricordandoci la possibilità e la capacità di studiarla in ogni dettaglio – pensiamo alla rintracciata eco dell’onda magnetica (big ben) che ha generato l’universo di cui parlano i notiziari.
Scaviamo nei segreti dell’universo, nella sua composizione, nell’origine della sua struttura, negli ingredienti di cui è fatto; e, ancora sulla la curvatura dello spazio, e sulla storia passata e futura della sua espansione. Se non fossero i fisici a parlarne mi sembrerebbe di ritrovarmi tra le pagine di Cresci.
Questo è anche il nostro diletto, questo il nostro dilettare.
E non crediate, cari ospiti, che questo diletto sia cosa da poco; sappiate che è sempre compagno della passione:
siamo pur sempre figli della Magna Grecia, come i suoi amici di Lucania; ma, siamo pure gli eredi di Pirandello; pertanto, la passione, il pathos, per noi non è altro che il logos, ovvero quella forte volontà di comprendere, che incontra il Kaos, il mistero dell’esistenza.
Siamo consapevoli che da questo incontro nasce sempre un dramma; ma non è proprio il dramma, come ci spiega la psicanalisi, alla base di ogni nuova conoscenza, ricerca di senso, ancorchè dolorosa? Ricordiamoci di Edipo.
Mi accorgo che le domande si accavallano l’una sull’altra in un processo di autogenerazione che potrebbe impressionare e bloccare sul nascere ogni volontà di tracciare un senso all’ordine del mondo nelle nostre immagini.
Poi, rifletto (perché questo c’è dato: “il riflettere”) e convengo, personalmente, sull’immagine che rimane, dopo tanto pensare, traccia di una trascendenza che (mi confida l’amico Giovanni Chiaramonte) ha nello sguardo il suo punto decisivo: l’immagine che non ha solo una valenza semiologica ma si fa cifra, pi greco, luce nel buio di una ricerca che non vuol rimanere oscura di senso, privata perfino di un suo possibile non esistere.
Dobbiamo convenire, allora, che una cosa non ci ha ancora spiegato lo strumento fotografico e tutta l’esperienza che ne abbiamo tratto; ed è un problema che ci portiamo da Platone a Galileo, e, da lì, anche più avanti:
la realtà che fotografiamo è scritta in termini matematici, e come tale la riconosciamo, oppure l’abbiamo scritta in termini matematici, e come tale semplicemente la leggiamo?
La fotografia, immagine speculare per eccellenza, conserva infatti, in modo per niente ineffabile, anzi, in forma di concreta domanda, il suo ineliminabile “deposito di senso”; nella facoltà di scegliere una risposta (e progetto significa questa possibilità di scelta) riaffermiamo il nostro desiderio di libertà (e “forse” di dignità).
Mastro Ferdinando Scianna, in un libro da noi editato, ci ha, però, ammonito: “dopo che hai fotografato non barare mai con le parole sul senso che il tuo strumento e la tua volontà hanno trovato”.
 
Riporta a un moderatore   Loggato Loggato  
 
Ultima Modifica: 2014/04/08 09:45 Da PipPap.
  Per scrivere in questo Forum è prima necessario registrarsi come utenti di questo sito.
      Discussioni Autore Data
    thread link
Sseminario con Mario Cresci:la testimonianza ACAF
PipPap 2014/04/05 10:40
    thread link
thread linkthread link Re:Sseminario con Mario Cresci:la testimonianza ACAF
PipPap 2014/04/08 11:06
    thread link
thread linkthread linkthread link Re:Sseminario con Mario Cresci:la testimonianza ACAF
Caristofane 2014/04/08 17:30
    thread link
thread linkthread link Re:Sseminario con Mario Cresci:la testimonianza ACAF
Caristofane 2014/04/08 17:46
    thread link
thread linkthread link Re:Sseminario con Mario Cresci:la testimonianza ACAF
Caristofane 2014/04/08 17:52
    thread link
thread linkthread linkthread link Re:Sseminario con Mario Cresci:la testimonianza ACAF
PipPap 2014/04/11 18:16
    thread link
thread linkthread linkthread linkthread link Re:Sseminario con Mario Cresci:la testimonianza ACAF
PipPap 2014/04/14 10:02
    thread link
thread linkthread link Re:Sseminario con Mario Cresci:la testimonianza ACAF
salvo canuti 2014/04/11 19:38
    thread link
thread linkthread linkthread link Re:Sseminario con Mario Cresci:la testimonianza ACAF
mary 2014/04/11 19:57
    thread link
thread linkthread linkthread linkthread link Re:Sseminario con Mario Cresci:la testimonianza ACAF
mary 2014/04/11 20:03
    thread link
thread linkthread link Re:Sseminario con Mario Cresci:la testimonianza ACAF
romina 2014/04/12 00:43
    thread link
thread linkthread link Re:Sseminario con Mario Cresci:la testimonianza ACAF
romina 2014/04/12 00:44
    thread link
thread linkthread link Re:Sseminario con Mario Cresci:la testimonianza ACAF
romina 2014/04/12 00:44
    thread link
thread linkthread link Re:Sseminario con Mario Cresci:la testimonianza ACAF
romina 2014/04/12 00:45
    thread link
thread linkthread link Re:Sseminario con Mario Cresci:la testimonianza ACAF
romina 2014/04/12 00:46
    thread link
thread linkthread link Re:Sseminario con Mario Cresci:la testimonianza ACAF
romina 2014/04/12 00:46
    thread link
thread linkthread link Re:Sseminario con Mario Cresci:la testimonianza ACAF
romina 2014/04/12 00:46
    thread link
thread linkthread link Re:Sseminario con Mario Cresci:la testimonianza ACAF
romina 2014/04/12 00:47
    thread link
thread linkthread link Re:Sseminario con Mario Cresci:la testimonianza ACAF
romina 2014/04/12 00:48
    thread link
thread linkthread link Re:Sseminario con Mario Cresci:la testimonianza ACAF
romina 2014/04/12 00:48
    thread link
thread linkthread link Re:Sseminario con Mario Cresci:la testimonianza ACAF
romina 2014/04/12 00:49
    thread link
thread linkthread link Re:Sseminario con Mario Cresci:la testimonianza ACAF
romina 2014/04/12 00:50
    thread link
thread linkthread link Re:Sseminario con Mario Cresci:la testimonianza ACAF
romina 2014/04/12 00:50
    thread link
thread linkthread link Re:Sseminario con Mario Cresci:la testimonianza ACAF
romina 2014/04/12 00:51
    thread link
thread linkthread link Re:Sseminario con Mario Cresci:la testimonianza ACAF
romina 2014/04/12 00:51
    thread link
thread linkthread link Re:Sseminario con Mario Cresci:la testimonianza ACAF
romina 2014/04/12 00:52
    thread link
thread linkthread link Re:Sseminario con Mario Cresci:la testimonianza ACAF
romina 2014/04/12 00:53
    thread link
thread linkthread link Re:Sseminario con Mario Cresci:la testimonianza ACAF
romina 2014/04/12 00:53
    thread link
thread linkthread link Re:Sseminario con Mario Cresci:la testimonianza ACAF
romina 2014/04/12 00:54
    thread link
thread linkthread link Re:Sseminario con Mario Cresci:la testimonianza ACAF
romina 2014/04/12 00:55
    thread link
thread linkthread link Re:Sseminario con Mario Cresci:la testimonianza ACAF
romina 2014/04/12 00:55
    thread link
thread linkthread link Re:Sseminario con Mario Cresci:la testimonianza ACAF
romina 2014/04/12 01:01
    thread link
thread linkthread link Re:Sseminario con Mario Cresci:la testimonianza ACAF
romina 2014/04/12 01:01
    thread link
thread linkthread link Re:Sseminario con Mario Cresci:la testimonianza ACAF
romina 2014/04/12 01:02
    thread link
thread linkthread link Re:Sseminario con Mario Cresci:la testimonianza ACAF
romina 2014/04/12 01:02
    thread link
thread linkthread link Re:Sseminario con Mario Cresci:la testimonianza ACAF
romina 2014/04/12 01:03
    thread link
thread linkthread linkthread link Re:Sseminario con Mario Cresci:la testimonianza ACAF
mary 2014/04/12 12:21
Vai all'inizio pagina Rispondi al messaggio
Powered by FireBoardscarica gli ultimi messaggi sul tuo computer!

Social network

Segui l'ACAF

instagram.png fb-art.png twitter-logo.png
youtube-128.png