Ciao a Tutti,
mi sono imbattuto in questa interesante "discussione/chiacchierata" , su un argomento che da giorni pervade e afflige il web. (come già sottolineato da Alberto)
Mi tiro in causa in questo argomento, perchè sono uno di quelli convinti, come l'amico Alberto, del fotografare "a progetto", ovvero darsi delle linee guida per rispondere ad un perchè.
Partendo dal fatto che la fotografia è un processo di esclusione per definizione, cioè in base alla nostra focale e quello che vediamo dal mirino, decidiamo di selezionare una parte del mondo che ci interessa ed escluderne un altra, a nostro avviso meno interessante, sfocia nel perchè di questa scelta.
Appunto, del perchè.....
Il perchè decidiamo di andare a fotografare una cosa piuttosto che un altra, un evento piuttosto che un altro, una persona piuttosto che un altra...non mi dite per un emozione, o perchè vi "vengono le farfalle allo stomaco", perchè non ci credo e una scusa che ci inventiamo perchè non sappiamo cosa rispondere....
Il progetto fotografico, parlo per me, è la mia possibilità a rispondere al perchè di una cosa a cui voglio delle risposte o delle domande, tramite il linguaggio universale della fotografia, se accompagnato anche dalla scrittura ancora meglio, darne anche ad altri su quell'argomento. Tracciando su un foglio bianco le linee guida da seguire per raccontare al meglio quella storia (idea e/o rilfessione); (linee guida non significa gabbie o costrizioni)
Il problema della parola progetto, secondo me purtroppo, è legato alla fotoamatorialità, dove spesso si rimane in un cerchio chiuso dove chi se la canta se la suona, e dove l'"idea proggetto" non viene neanche presa spesso in considerazione, se non quando di ritorno da un viaggio si decida di mettere insieme i 1000000 (da leggere mille mila, come direbbe DE Luigi in una delle sue più brillanti personaggi ovvero dil Dr. Cane) scatti fatti, dicendo che era un progetto.
La differenza appunto sta li, nel decidere a priori il perchè.....il come, quando, quanto (anche se il tempo non è sinonimo di qualità) etc etc, verrano da se.
Andare in un luogo esotico e tornare con
n fotografie belle ormai siamo tutti bravi,ed è diventato quasi una moda (vedi le foto dei concorsi FIAF o altro, ne sono pieni) le immagini sembrano tutte uguali o della stessa tipologia. un racconto per immagini, che deriva da un proggetto, non per forza deve contenere
n fotografie buone, spesso sono le più banali, quelle didascaliche, a dare forza a tutto.
Vengo dal mio primo weekend di un percorso formativo fotografico che ho deciso di intraprendere, e dove per due giorni non ho sentito altro che parlare di progetto fotografico.
Mi avvio alla conclusione con questa riflessione:
Il tutto dipende da noi come vogliamo vivere la fotografia, se farla rimanere il palliativo della domenica per passarsi la giornata, o se vogliamo lasciare il nostro "pensiero" nel mondo. Deciso questo, ognugno viva la propria strada senza "interferire" gli uni negli altri, in modo che ognuno si viva la meglio i suoi momenti, che siano dentro un cerchio chiuso o nel libero mondo
Buona Luce a tutti