Serendipity
Stavo iniziando con una carrellata di tipici
"errori" che hanno segnato le varianze più significative dell'ultimo secolo ed ero partito proprio dal mosso… tema a me assai caro.
L’intervento di Licio (propizio e quanto mai a tempo... Grazie Licio) mi porta però ad un piccolo stravolgimento di programma e con molto piacere lascio il mio contributo sull’argomento “principe” delle nostre riflessioni.
Nel dettaglio il bando di concorso a cui fa riferimento Licio, prontamente risalito a galla tra le notizie dell’ultima ora, al suo interno alla sezione “Tema” recita testualmente:
“Ai partecipanti è richiesto di trattare in modo artistico la tematica del caso/caos, dell’errore, della serendipità in fotografia. Il filosofo e matematico francese Antoine-Augustin Cournot definiva il caso l’incrocio fortuito di due o più casualità indipendenti. Sebbene le cause rimangano autonome, gli effetti delle singole casualità si mescolano e interagiscono tra loro, generando l’evento casuale.
Talvolta, il caso e l’errore diventano produttivi anche in ambito fotografico.
Secondo lo storico della fotografia Clément Chéroux, è nelle sue ombre, nei suoi scatti errati, nei suoi accidenti e nei suoi lapsus che la fotografia si svela e meglio si lascia analizzare. Ecco perché, spesso, l’errore in fotografia non costituisce un fallimento, ma uno strumento cognitivo che genera fervide scoperte.
Può capitare, pertanto, di trovare cose non cercate e impreviste laddove se ne stanno cercando delle altre; insomma, di scoprire l’America credendo di esser approdati nelle Indie. Per cogliere l’indizio che porta alla scoperta, però, occorre essere aperti alla ricerca e attenti a riconoscerle un valore esperienziale che non corrisponde alle originarie aspettative. Ciò significa abbandonarsi alla serendipità.
Serendìpia è un’isola gravida di errori fecondi. È l’isola frutto del caso e dell’intelligenza umana.”
Gli autori del bando fanno riferimento a
“L’errore fotografico” di
Clerment Chèroux, suggerito da Pippo Pappalardo in apertura ed oggetto di necessari ulteriori approfondimenti (il capitolo di riferimento per chi fosse interessato è il terzo).
Cheroux è cosciente quindi che attraverso l’errore è possibile giungere al
"nuovo", il nuovo arriva dunque senza neanche esser stato cercato. Il successo può scaturire semplicemente dal
“caso”. Il problema semmai potrebbe essere quello di saperlo riconoscere, o di trasformare un apparente circostanza fortuita in metodo, sistema, progetto, filosofia o poetica personale. Attraverso la corretta attitudine (quindi non la condanna a priori di qualcosa non rispondente alle regole del momento storico in cui si vive) occorre
“cercare qualcosa e, avendone trovata un’altra differente, saper riconoscere d’aver trovato qualcosa di più interessante di quel che s’era cercato all’inizio”.
Il caso si dunque, ma guidato con perspicacia ed intelligenza, filtrato e riconosciuto.
Grazie Licio e Buon Anno a tutti!!!