Quanti sensi ha l’uomo? Qual’è il più importante? Come rappresentarli fotograficamente? In modo diretto o indiretto? …
I contest hanno due scopi:
- far maturare ai soci il senso della fotografia pensata (ma anche commissionata se volete confrontarvi con i professionisti) e quindi spingere gli interessati a pensare prima dello scatto;
- stimolare il confronto costruttivo ed esercitare la lettura critica, preparandosi per l’eventuale confronto con una giuria e il suo modo di valutare i lavori fotografici presentati.
Pensare, ragionare… sembrano attività disgiunte da un’arte così immediata e intuitiva come la fotografia; eppure queste attività sono alla base di qualsiasi fotografia che non sia una semplice istantanea. “Prima di sparare… pensa” dice una canzone e, lo sapete tutti: shoot (sparare), in inglese, significa anche fotografare. Quindi prima di fotografare, pensa, direi.
Il pensare, è alla base di ogni nostra azione, ma soprattutto di quelle che portano ad una comunicazione verso altri. Solo in fotografia deve essere più rapido e dunque più allenato.
Cosa ci ha voluto dire l’autore? E’ la domanda chiave che ci poniamo più spesso di fronte a qualsiasi tipo di opera artistica. E se l’autore ha fotografato senza pensare la risposta non può essere che una: niente!
Tempo fa lanciai una provocazione su questo stesso sito: perché fotografiamo? Fra le varie possibili risposte una delle più ovvie è: per comunicare, per raccontare qualcosa. Siano esse emozioni o bei paesaggi o anche il tema di un contest, poco importa: il pensiero, lo sforzo mentale, l’inventiva, trovare il modo giusto perché chi legge l’immagine possa capire il nostro messaggio, è fondamentale.
Ma qualcuno mi dirà alcune foto di grandi fotografi portano un messaggio nascosto o incomprensibile ai più. Anche per quelle, forse soprattutto per quelle, l’autore ha pensato.
L’idea è alla base dell’immagine. Un’immagine ci colpisce (e quindi comunica di più) se è portatrice di un’idea forte, innovativa, a volte rivoluzionaria.
Poi, con il famoso successivo “senno”, tutti diranno che ci vuole a fare un’immagine così, anche io potrei… Ah, si, peccato che non ci hai pensato! A volte alcune immagini mi sorprendono per la loro semplicità eppure per l’assoluta novità del punto di vista, della composizione o altro. Sono le più belle le più semplici, ma anche le più difficili: richiedono di pensare molto!
Anche quando si fanno delle istantanee (come l’altra sera alla Sitis abbiamo tutti fatto) c’è sempre quello più
, più dotato o forse semplicemente più allenato che ci sorprende con una visione diversa, con un diverso punto di vista o semplicemente perché ha “visto” cose che noi (comuni mortali…), non abbiamo visto!
Questa capacità di vedere e di pensare sempre va allenata, per questo c’è l’uscita fotografica e c’è il contest.
Quindi la prossima volta non siate pigri, non tirate fuori le foto dell’archivio che forse, ma sì potrebbero anche adattarsi, non scattate come capita, ma … pensate, pensate, pensate!
Cosa avrei fatto se fossi stato un professionista e mi avessero commissionato quel tema? Cosa se fossi un poeta dell’immagine e volessi evocare quell’idea. Sicuramente non riusciremo tutti a fare capolavori, ma l’esercizio serve a diventare un “modus operandi”, uno stile di vita, un modo di fotografare costante.
Come disse Scianna a proposito di una nota pubblicità (non pensare, scatta!): “No! prima pensare, poi, eventualmente, fotografare.”
L’idea è l’elemento portante dell’immagine, la struttura su cui costruire.
Che dirvi, buoni pensieri (e pensieri buoni) a tutti!
O forse… che l’idea sia con voi!
O ancora… datemi un’idea e…
Basta caristofanate per oggi.
Emanuele Canino