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Contest: “I cinque sensi” - 28/05/13 (1 in linea) (1) Visitatore
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Discussione: Contest: “I cinque sensi” - 28/05/13
#7870
Caristofane (Utente)
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Contest: “I cinque sensi” - 28/05/13 11 Anni, 1 Mese fa Karma: 2  
Quanti sensi ha l’uomo? Qual’è il più importante? Come rappresentarli fotograficamente? In modo diretto o indiretto? …

I contest hanno due scopi:
- far maturare ai soci il senso della fotografia pensata (ma anche commissionata se volete confrontarvi con i professionisti) e quindi spingere gli interessati a pensare prima dello scatto;
- stimolare il confronto costruttivo ed esercitare la lettura critica, preparandosi per l’eventuale confronto con una giuria e il suo modo di valutare i lavori fotografici presentati.

Pensare, ragionare… sembrano attività disgiunte da un’arte così immediata e intuitiva come la fotografia; eppure queste attività sono alla base di qualsiasi fotografia che non sia una semplice istantanea. “Prima di sparare… pensa” dice una canzone e, lo sapete tutti: shoot (sparare), in inglese, significa anche fotografare. Quindi prima di fotografare, pensa, direi.
Il pensare, è alla base di ogni nostra azione, ma soprattutto di quelle che portano ad una comunicazione verso altri. Solo in fotografia deve essere più rapido e dunque più allenato.
Cosa ci ha voluto dire l’autore? E’ la domanda chiave che ci poniamo più spesso di fronte a qualsiasi tipo di opera artistica. E se l’autore ha fotografato senza pensare la risposta non può essere che una: niente!
Tempo fa lanciai una provocazione su questo stesso sito: perché fotografiamo? Fra le varie possibili risposte una delle più ovvie è: per comunicare, per raccontare qualcosa. Siano esse emozioni o bei paesaggi o anche il tema di un contest, poco importa: il pensiero, lo sforzo mentale, l’inventiva, trovare il modo giusto perché chi legge l’immagine possa capire il nostro messaggio, è fondamentale.
Ma qualcuno mi dirà alcune foto di grandi fotografi portano un messaggio nascosto o incomprensibile ai più. Anche per quelle, forse soprattutto per quelle, l’autore ha pensato.
L’idea è alla base dell’immagine. Un’immagine ci colpisce (e quindi comunica di più) se è portatrice di un’idea forte, innovativa, a volte rivoluzionaria.
Poi, con il famoso successivo “senno”, tutti diranno che ci vuole a fare un’immagine così, anche io potrei… Ah, si, peccato che non ci hai pensato! A volte alcune immagini mi sorprendono per la loro semplicità eppure per l’assoluta novità del punto di vista, della composizione o altro. Sono le più belle le più semplici, ma anche le più difficili: richiedono di pensare molto!
Anche quando si fanno delle istantanee (come l’altra sera alla Sitis abbiamo tutti fatto) c’è sempre quello più , più dotato o forse semplicemente più allenato che ci sorprende con una visione diversa, con un diverso punto di vista o semplicemente perché ha “visto” cose che noi (comuni mortali…), non abbiamo visto!
Questa capacità di vedere e di pensare sempre va allenata, per questo c’è l’uscita fotografica e c’è il contest.
Quindi la prossima volta non siate pigri, non tirate fuori le foto dell’archivio che forse, ma sì potrebbero anche adattarsi, non scattate come capita, ma … pensate, pensate, pensate!
Cosa avrei fatto se fossi stato un professionista e mi avessero commissionato quel tema? Cosa se fossi un poeta dell’immagine e volessi evocare quell’idea. Sicuramente non riusciremo tutti a fare capolavori, ma l’esercizio serve a diventare un “modus operandi”, uno stile di vita, un modo di fotografare costante.
Come disse Scianna a proposito di una nota pubblicità (non pensare, scatta!): “No! prima pensare, poi, eventualmente, fotografare.”
L’idea è l’elemento portante dell’immagine, la struttura su cui costruire.

Che dirvi, buoni pensieri (e pensieri buoni) a tutti!
O forse… che l’idea sia con voi!
O ancora… datemi un’idea e…
Basta caristofanate per oggi.

Emanuele Canino

 
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Ultima Modifica: 2013/05/31 15:50 Da Caristofane.
 
E\' un\'illusione che le foto si facciano con la macchina... si fanno con gli occhi, con la testa e con il cuore.
Henri Cartier-Bresson

Chi non sa fare una foto interessante con un apparecchio da poco prezzo, ben difficilmente otterrà qualcosa di meglio con la fotocamera dei suoi sogni.
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#7871
PipPap (Utente)
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Re:Contest: “I cinque sensi” - 28/05/13 11 Anni, 1 Mese fa Karma: 9  
E perché "basta per oggi"?
Stiamo andando benissimo e ci facciamo tanto del bene.
E quindi ....
 
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#7874
alb.o (Utente)
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Re:Contest: “I cinque sensi” - 28/05/13 11 Anni, 1 Mese fa Karma: 2  
Ciao Emanuele, ciao Pippo, stavo pensando la stessa cosa... già perchè basta così?

Emanuele… continua, continua… intanto però aggiungo anch’io qualcosa…

Faccio un pò il provocatore, come spesso accade, come mio solito (o quasi)... chi si offende si offende, pazienza... Spero non lo faccia nessuno e che venga correttamente letto ciò che segue....

Beh! Emanuele pone di fatto una domanda: “pensare o no prima di scattare...?”
E’ una domanda retorica, alla quale hanno risposto in tanti, dai grandi ai meno grandi (e tutti all’unisono), fino ad arrivare ai circoli amatoriali, dove in linea di massima sembrano tutti d’accordo: anche qui la risposta è ovvia, ma in realtà si sente ancora spesso qualcuno che dice: “no, io scatto d’istinto”. Io sono colto dal raptus della creatività, non penso a nulla perché se penso perdo il momento, perché se penso mortifico le mie emozioni, perché mi fido solo del mio occhio e non del mio pensiero e potrei continuare per ore… Mi rifiuto di ribattere per l’ennesima volta su questo tipo di obbiezioni, come se Scianna o gli altri Grandi non utilizzassero pancia, sentimento ed istinto quando pensano/scattano, quindi vado oltre e ribalto la domanda…

La domanda oggi dopo anni che diciamo sempre le stesse cose è per me un’altra: "perchè esiste ancora chi scatta senza pensare"?

Ormai inizio a ragionare in questi termini, e mi sono dato un paio di risposte possibili...

1. C'è a chi non importa, c'è chi si diverte comunque così, scattando milioni di foto durante l'anno e beccando quelle che per la legge dei grandi numero “risultano”... Per lui va bene, ed allora va bene anche per me, inutile ripeterGLI sempre la stessa cosa. A Lui non interessa e fa bene, anzi insistendo potremmo anche dare fastidio e risultare persino ripetitivi!

2. C'è chi non riesce a farlo... Ed in questa categoria c'è chi non riesce a farlo perché ha dei limiti oggettivi… di che cosa continuiamo a parlare, il muro è di gomma! Tuttavia in questa categoria c’è anche chi non riesce perchè ignora come fare, perchè non è in possesso di un metodo e degli strumenti giusti. Nessuno gli ha ancora spiegato bene come fare... di questo mi dispiace e per Lui continueremo a ripeterci nel tentativo d’essere d'aiuto.

Io non trovo altre risposte…

“Perché non pensate quando scattate?”.
C’è qualcuno appartenente a questa categoria che sa darmi un motivo sul quale poter ragionare?


Ovviamente possiamo anche pensare e pensar male, o pensar bene e fare brutte foto lo stesso, ma PENSARE è già comunque un gran passo avanti…


BZzzzzzzzzzzz
 
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#7875
PipPap (Utente)
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Re:Contest: “I cinque sensi” - 28/05/13 11 Anni, 1 Mese fa Karma: 9  
Tempo addietro intrattenendomi in queste sempre utili riflessioni, pardon meditazioni, avevo pensato di suggerire alla case produttrici di visori una raccomandazione derivativa dalla necessità di pensare l'immagine.
Pare che comportasse troppo spazio introdurre punti interrogativi ed esclamativi.
Propongo di indire un concorso internazionale per suggerire un'immagine-simbolo didascalica per attivare le nostre cellule grigie e non solo quelle.
Spero che la trovata frutti milioni di sterline ma ho il vago timore che ci saranno colossali e consistenti rifiuti all'invito di pensare una visione progettata.
 
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#7879
Caristofane (Utente)
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Re:Contest: “I cinque sensi” - 28/05/13 11 Anni, 1 Mese fa Karma: 2  
Un momento, Alberto, non buttarla giù così dura o i nostri amici finiranno per l’offendersi o peggio… rinunciare.

Iniziamo dal dire che “essere pensante” è prerogativa dell’uomo e in quanto tali tutti pensiamo.

Cosa si pensa quando si fa’ una fotografia?
Tante cose ovviamente: si inizia dal pensare a “quanta” luce c’è e si impostano di conseguenza tempi e diaframmi (ma a questo oramai pensa la stessa macchina fotografica), però a volte si dimentica di pensare alla “qualità” della luce e questo è grave (ma forse frutto di inadeguata istruzione).
Poi si pensa se realizzarla in bianco e nero o a colori (si, va bene, a questo, oggi, si pensa dopo, lo so, ma se volete un risultato da “bianco e nero” dovete pensarci prima; se no, “poi”, si va a casaccio: “questa è meglio a colori, questa in bianco e nero…” e l’uniformità del tutto va a farsi benedire).
Quindi si pensa a tutta una serie di altre cose: come convertire una realtà tridimensionale, in movimento e continua in un’immagine bidimensionale, fissa e dai contorni delimitati da una cornice data dall’inquadratura.
E ancora: il punto di ripresa, la prospettiva, la composizione…
Tutto questo va bene ed è un bel pensare.

Questo più o meno dovrebbero essere in grado di farlo tutti i corsisti o comunque tutti coloro che si dedicano con passione da un po’ di tempo alla fotografia.

Quello di cui si parla qui è il passaggio successivo, un raffinamento ulteriore.
Un qualcosa che ai più non viene istintivo, se non per indole e capacità personali speciali o per particolari corsi di studio effettuati in precedenza.
Qui si parla di progettazione, ma anche più semplicemente di applicare un metodo sistematico organizzativo.
E’ un po’ come quando si facevano i primi temini a scuola, ricordate?
Cosa posso/devo dire? Cercavamo un’idea valida (a meno di non volerci lanciare nella solita ripetizione del tema retorico, che bastava aver imparato la pappetta a memoria). Poi man mano che le idee venivano alla mente alla rinfusa, si cominciava a selezionarle e riorganizzarle con un senso logico. Questo è funzionale al discorso, questo non c’entra niente, questo lo devo esprimere meglio, questa la devo spostare da qui a lì e così via…
Alla fine, si spera, si metteva insieme un discorso che avesse un suo senso per chi lo avrebbe poi letto (eccoci arrivati alla “lettura”).
Perché, ricordiamolo, si scrive perché qualcuno ci legga e si fotografa… per lo stesso motivo!

Per quale motivo lo stesso filo logico non riusciamo ad applicarlo alle nostre foto? Probabilmente per carenza di insegnamenti (e qui la letteratura specifica ha grandi colpe).
Perché noi, diciamolo (come direbbe qualcuno…), per lo più siamo ancora fermi ai pensierini! Singole immagini, magari esteticamente valide, ma slegate fra loro, senza un nesso logico e una continuità formale. Senza un’organizzazione strutturata e sequenziale.
Senza pensarci troppo, appunto.

Be’ ora lo sapete, rifletteteci, pardon riflettimamoci, sopra.

Cari pensierini a tutti.

Emanuele




PS a Pippo: e no! altri automatismi no! per favore!
 
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