Il contest proposto dalla nostra Mary Indelicato era assai impegnativo per le tante implicazioni contenute nel tema suggerito e per le numerose possibilità di accostamento ed approccio fotografico.
Ieri sera, gli autori che si sono cimentati avevano in comune la volontà di unire in una sola immagine quante esperienze sensitive possibili e tutti, quasi, hanno adottato un linguaggio fotogafico sufficientemente chiaro, intellegibile e comunicativo.
La circostanza della valutazione ha fornito l'occasione per sentire parlare quelle persone che stentano a farsi sentire nel solito clamore e devo riconoscere che , quando mi sono imposto di non dare ulteriori contributi sonori, ho ascoltato e toccato e visto e assaggiato e odorato annotazioni di assoluta logica, coerenza e intelligenza: insomma, un momento di sano confronto, di là dell'agonismo e della competizione, che si è trasformato in un'occasione didattica assai proficua.
Ora non ci resta che cimentarci, ognuno con le sue parole, anche ripetendo il giudizio altrui, su una possibile lettura e commento delle immagini lodate.
Comincio per primo:
Valeria Laudani
Meritato il generale apprezzamento di questa immagine che si è imposta qualitativamente sulle altre per il razionale e sobrio progetto esplicativo che utilizza un'economia di argomenti e un impianto narrativo che chiede la collaborazione del lettore nell'individuare, nelle naturali qualità del nostro corpo, la contestuale e visibile fiaba dei sensi. Nella semplicità espositiva e nella complicità serenamente ammiccante della bambina si racchiude, infatti, la "sensitività" del tema proposto che qui, però, cede all'intelligenza del segno proponendo lo scioglimento di un enigma piuttosto che un sensitivo confronto.
Indovinato il ricorso al genere del ritratto; coerente l'uso del bianco nero che spinge al confronto intellettuale ma non smarrisce il senso dell'informazione; attento e controllato il gusto vagamente retrò - da posa scolastica - logico per il tipo di immagine; equilibrata la profondità di campo, il contrasto, lo sfondo e, conseguentemente, la messa a fuoco. La composizione risente della volontà della proposta, e l'apparente invadenza del braccio destro è egregiamente compensata dall'eleganza del contesto generale.
Il "cosa" sia stato proposto ed il "come" sia stato realizzato ci spingono a penetrare nel pensiero dell'autore e trovare una progettazione fotografica che muove da una idea di documentare ma giunge ad un incipit narrativo tematico che con discreto pudore intellettivo ci parla pure della bambina, dell'infanzia e di altro ancora.
Congratulazioni.
Alessandro Balbo
Ci svegliamo, o meglio, si svegliano i nostri sensi e qualcosa li accoglie, li provoca, li chiama, li ascolta, sussurra loro con borbottii e riposti richiami.
Ne nasce un dialogo narrativo fra sensi ed intelletto, fra cosciente volontà di risveglio e desiderio di fermarsi ancora.
L'autore ha ben centrato il "segno" scoprendolo, metaforicamente, tra gli oggetti della quotidianità più ovvia e l'ha fotografato come un coacervo di sensi.
Il bianconero ha stilizzato il suo racconto, la distribuzione compositiva gli ha dato il giusto ritmo, la selezione focale ne ha esaltato gli accattivanti volumi, il beccuccio - ben esposto - è diventato un bacetto sensuale e l'aroma contenuto nel vapore lo ha assecondato in una indovinata diagonale. Quasi una sorta di still life in risveglio dinamico: spia, questa, di un'idea artistica di composizione?
E quindi?
Una straordinariamente vera, efficace immagine da sottoporre alla prova del nove ovvero a quella dei i nostri sensi che dovevamo pur fotografare e che qui sono straordinariamente assenti eppur sostanzialmente presenti.
Proseguite voi, e non siate prolissi ed enfatici come il sottoscritto
P.S.: Dalla lettura di una nota di Caristofane annoto di aver omesso che entrambi gli autori rappresentano la tematica del contest in maniera "piuttosto" indiretta e tanto è indice di creatività espressiva
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