Home > Categorie fotografiche e mostre > Collettiva " Le violenze perpetrate sulle donne" |
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Mi è oltremodo difficile commentare questa foto. L'immaterialità di una donna che deve o vuole scomparire dal suo ambiente, un ambiente domestico, c'è tutta. Anche se questo non mi sembra necessariamente un richiamo alla violenza. Sicuramente l'immagine è struggente. Mi viene da pensare più ad un vuoto incolmabile, ad una perdita che non si riesce a colmare del tutto che ad una violenza. Il nero così chiuso poi, a te tanto caro, contribuisce a rendere l'immagine cupa, quasi funerea. Con ampie aree illeggibili ad eccezione di quelle due sedie al centro: una vuota, nella quale forse dovrebbe esserci seduto qualcuno che invece non c'è. L'altra piena, ma solo di un fantasma, qualcuno che c'è e non c'è. E che pure sembra attendere l'arrivo del secondo personaggio (una persona reale?). Ha atteso tutta la vita e continua ad attendere qualcuno che non verrá mai? O il secondo si trova nel punto di ripresa ed immagina piena una sedia ormai vuota?
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Ciao Emanuele... Innanzitutto grazie per il tuo commento che mi permette soprattutto di spiegare questa mia immagine molto intima perché e' un autoritratto... Il titolo originale e' "ti aspetto" e fa parte di questa collettiva in quanto la violenza e' intesa anche come psicologica... Una sedia vuota riservata alla persona che si aspetta, alla persona che ti ha abbandonata, la presenza quasi evanescente (ottenuta con i tempi lunghi) un modo per descrivere la non vita senza quella persona che e' andata via... L'ho fatta in un momento molto particolare della mia vita ma ora fortunatamente quella sedia non e' più vuota! Grazie ancora...
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