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Quando si dice "cogli l'attimo giusto"! Ti rinnovo i miei complimenti su questo scatto ed approfitto dello spazio che mi concedi per trasmettere una mia idea sul formato della foto. Fermo restando che ogni tanto, per motivi particolarissimi io stesso faccio uso di tagli diversi dal tradizionale (e questo è uno dei casi - fosse stata mia la foto che ahimè non lo è). Ritengo il crop uno strumento comodo, da non includere però nella propria catena di post produzione come un'azione da eseguire sempre a posteriori (pensiamoci già in fase di scatto), ma comunque utilizzabile perché no! Tuttavia, ritengo sia opportuno tentare per quanto possibile di utilizzare dei formati che mantengano le proporzioni originali del frame. Vi sono mille motivi per cui lo penso, a cominciare dal fatto che spesso dei nostri scatti ne facciamo una stampa che dovrà poi essere incorniciata, possibilmente dotata di cornice non fatta a mano su misura ma commercialmente facilmente reperibile (quindi misure standard) senza parlare che spesso nel caso nostro finisce in mostre collettive, in cui non è carino che ognuno parli una lingua diversa. Se un giorno poi quella foto fuori formato dovesse servirmi per un portfolio, per un concorso, per una mostra personale, per un libro... uff... vorrà dire rimettere mano alla post produzione da capo, sperando di ricordare passaggi e soprattutto sperando di ritrovare il file in mezzo a milioni di immagini... Ed allora se non è un problema proviamo con i formati rettangolari canonici o al massimo con il quadrato (che adoro). Ricordo a tal proposito però che un quadrato ha tutti i lati uguali . Ciao e grazie Salvo per lo spazio! Un caro saluto Alberto
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Aggiunge piacere a piacere.Oltre a quello che lo scstto sia ,da te ,apprezzato ,l'opportunità di un tuo commento sui formati . Esistono pensieri diversi a tal proposito e ricordo di aver quasi costretto Pippo Boccaccini a realizzare una mostra con immagini 20x60. Con ottimi apprezzamenti.Concordo sull'uniformità dei formati in collettive meno sulle personali che immagino diversificate anche in funzione dei luoghi.In ogni caso è sempre un piacere ....
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Ciao Salvo... nei "motivi particolarissimi" a cui accennavo in precedenza, rientra e come un'INTERA mostra con formato diverso (nello specifico 20x60), in quanto giustificato da profonde discussioni e precise scelte! Non ho dubbi infatti e ci mancherebbe altro, che dopo attenta analisi e discussione (mi dici infatti che hai quasi costretto Boccaccini) la mostra di Pippo abbia avuto grande riscontro. La mia considerazione sull'uniformità di formato è più che altro riferita al fatto che in linea di massima non trovo giusticabile il fatto che si possa ricorrere al crop senza regole solo per escludere una parte in cui è presente un elemento di disturbo, o giusto per correggere una composizione. Le correzioni sul formato non dettate da altre motivazioni più profonde che non il semplice "recupero" di un singolo scatto le trovo certamente possibili ma poco "edificanti". Chiaro però che questa è una mia opinione, forse molto personale ed alquanto impopolare a giudicare da quello che si vede anche in gallery ed ovviamente nulla toglie al piacere reciproco nel poter trovare spazio anche qui, oltre che innanzi ad una fumante pizza spunto di sana discussione. Spesso il porsi qualche paletto, qualche limitazione all'interno dello sterminato campo su cui si può operare in fotografia, costringe a considerazioni in fase di scatto, che altrimenti sarebbero meno valutate (ossia: "intanto scatto, tanto poi a casa mi faccio un crop e correggo l'immagine come viene"). Non so se sono riuscito a spiegare meglio il mio concetto, alcune volte è difficile per iscritto. Saluti ed a domani sera Alberto
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Scusa Alberto, ma questo dovrebbe voler dire che il ricorrere ad altri artifici (leggasi eliminazione di elementi di disturbo con Photoshop, tipo un gomito che ti entra in campo per esempio, un pezzo che non hai potuto escludere in fare di ripresa) dovrebbe essere considerato alla stregua di un crop? In tal caso dovremmo rivedere molti dei nostri scatti. A mio parere (personale, ma proprio personale) il taglio che dai ad uno scatto talvolta enfatizza l'immagine stessa e d'altra parte un taglio di quel genere proprio in fase di scatto non lo puoi realizzare, lo devi fare necessariamente in post produzione. A me personalmente piace molto nei paesaggi (pardon non ricordo il termine che utilizza il grande Pippo quando si parla di questo tipo di soggetto). Ripeto opinione personale. A domani. 'notte.
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Caio Giovanna (scusa Salvo, stiamo invadendo lo spazio che sarebbe dovuto essere dedicato alla tua fotografia, spero ci perdonerai)! In effetti credo il mio discorso sia da porre in termini diversi, mi spiego... Riparto da un concetto che credo ormai grazie a Pippo sia condiviso un pò da tutti. Noi fotografiamo la realtà e la trasformiamo in segno. Esiste quindi un fotografo che ha un'idea e che vuole trasmetterla al lettore attraverso la sua rappresentazione del "cosa". Attraverso un "come", la rappresentazione del "cosa" si trasformerà in ciò che vedrà il lettore (il come è funzionale all'idea del fotografo)! Allora quello che voglio dire è che se il taglio, il clone o qualsiasi elemento in post produzione è utilizzato dal fotografo per trasmettere la propria idea: BENE che ben venga, se invece questi possibili artifici sono esclusivamente dettati da un aspetto diverso legato più al salvataggio di una foto venuta male o poco pensata, allora su questo un pò mi irrigidisco, pur lasciando libero chiunque di farlo (e ci mancherebbe) e continuare a farlo se lo desidera, ma rimanendo altrettanto libero di leggere tale artificio solo come una ciambella di salvataggio nei confronti di una foto che magari valeva la pena lasciare in mare! Provo ad andarci da un altro lato. Se il formato panoramico è considerato dal fotografo un aspetto importante per meglio descrivere il suo paesaggio, che ben venga... c'è un motivo che mi sento sinceramente di condividere! Se un fotografo esce dicendo "oggi voglio scattare in formato panoramico" (o meglio immaginando di scattare in tale formato) le sue scelte compositive all'interno del suo fotgraamma già in fase di scatto saranno diverse rispetto invece a chi è uscito senza porsi tale limite (e poi a casa per motivi "di recupero" inizia a tagliare a destra e sinistra ogni foto in maniera diversa a secondo di dove si trova il gomito o l'intruso). Ti dirò di più, sono convinto che nel primo caso il fotografo porterà quasi certamente delle foto importanti a casa, per il semplice motivo che essendosi posto delle limitazioni si è inevitabilmente forzato a cercare qualcosa di specifico e non di "casuale"... ma anche questa è certamente una mia idea ed in quanto ancora acerbo nel campo della fotografia (troppo nuovo in questo fantastico mondo) posso certamente sbagliarmi!!! Ciao Alberto
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ottima argomentazione perfettamente condivisibile.
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Volevo solo aggiungere una frase di Jordi (che mi sono appuntato durante la serata di martedì scorso) perfettamente calzante con l'argomento, anzi che sintetizza le mie argomentazioni e le mie idee sul taglio: "tagliate quello che non servea raccontare quello che volete raccontare. Il problema è capire cosa volete raccontare". In effetti ha pure aggiunto:"Se sapete cosa volete fare, usate le gambe oltre il cervello per tagliare". Ciao Alberto
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